Dopo un paio di giorni di silenzio, seguiti alle forti rivelazioni nel corso del processo per la morte in custodia cautelare di Stefano Cucchi nel 2009, Matteo Salvini rilascia una dichiarazione. Lo fa a nome dell'istituzione che rappresenta, rispondendo alle domande dei giornalisti dell'Unione Sarda. Nessun riferimento pertanto a quanto dichiarato dallo stesso Salvini quando ancora non era ministro, lo scorso 5 gennaio. Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, aveva pubblicato sul suo profilo social la foto di un carabiniere indagato scatenando la reazione del leader della Lega.

"Questo post mi fa schifo e mi ricorda il documento contro il commissario Calabresi. Capisco il suo dolore per aver perso il fratello, ma mi fa schifo e si dovrebbe vergognare". Salvini ribadì nella circostanza che secondo lui "non esistono poliziotti o carabinieri che pestano per il gusto di farlo".

La forte testimonanza di Francesco Tedesco

Ma questa visione potrebbe essere decisamente smentita dopo la testimonianza di Francesco Tedesco, uno dei carabinieri imputati al processo per la morte di Cucchi. Il militare alla sbarra ha ammesso il pestaggio avvenuto quella notte ed ha puntato il dito contro due colleghi, Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo. Oltretutto l'accusa nel corso del procedimento ha posto l'accento su un'annotazione di servizio dello stesso Tedesco che avrebbe raccontato ufficialmente quanto accaduto a Cucchi, nota che sarebbe scomparsa.

Salvini ha deciso di replicare ad Ilaria Cucchi che ha chiesto le scuse di tutti coloro che in questi anni hanno rilasciato dichiarazioni forti contro Cucchi e la sua famiglia. Parole formali: il vicepremier attende ovviamente quella che sarà la sentenza, non per questo scusa eventuali abusi di potere e violenze da parte delle forze dell'ordine.

Ma nel contempo getta un ponte alle forze di polizia, sottolineando che non bisogna generalizzare.

Le dichiarazioni del vicepremier

"Da parte mia sono ministro da quattro mesi - ha detto Salvini - e non posso certo rispondere a quanto accaduto anni fa. Ma se qualcuno sbaglia, anche se indossa una divisa, deve pagare come gli altri ed anzi di più, perché è un uomo che ruba la fiducia dei cittadini.

Però credo sia anche il momento di smetterla di criminalizzare tanti uomini delle forze dell'ordine, non condivido chi li chiama assassini, sbirri e delinquenti". Il ministro dell'Interno si è poi rivolto ad Ilaria Cucchi. "Il Vimimale è aperto a tutti i cittadini ed in particolar modo a tutti coloro che hanno subito un torto o un lutto. La sorella di Cucchi, la famiglia, parenti ed amici: tutti sono i benvenuti. Sarà lo Stato a chiedere scusa con i fatti, punirà i colpevoli e risarcirà coloro che sono stati colpiti". Questa, in particolare, la risposta ad Ilaria Cucchi che aveva detto a chiare lettere di essere disposta ad incontrare il ministro, ma solo nel momento in cui questi chieda scusa.