Sul caso Cucchi l'ex senatore Giovanardi non cambia opinione, anzi insiste nel collegare il decesso del giovane romano alla tossicodipendenza e all’inedia. Ad avviso del noto esponente del centrodestra, nonostante l’ammissione di colpa (con accuse ai colleghi e coimputati sotto inchiesta per le presunte violenze inferte all’arrestato nella notte del 16 ottobre 2009) di un carabiniere nel corso del processo condotto dalla magistratura capitolina, gli unici a dover chiedere scusa ancor oggi sarebbero coloro che avevano accusato la polizia penitenziaria di abusi.

La confessione del militare dell’Arma Francesco Tedesco, riportata in udienza dal pm di Roma Giovanni Musarò, potrebbe rappresentare una svolta determinante ai fini dell’accertamento della verità sui fatti avvenuti in via Lemonia 9 anni fa, ma chi all’epoca si era impegnato nella difesa ad oltranza delle forze dell’ordine criticando anche la famiglia del ragazzo non sembra intenzionato a cambiare opinione.

Giovanardi sul caso Cucchi: "Non devo chiedere scusa"

“Allora dissi che le guardie carcerarie erano vittime come Stefano” ha affermato Carlo Giovanardi nel corso di un collegamento telefonico con i giornalisti Giuseppe Cruciani e David Parenzo nel corso del programma radiofonico “La Zanzara”, ribadendo di essere convinto che “Cucchi venne picchiato 16 volte dagli spacciatori”.

E ancora: “Tutte le perizie dicono che prima causa della morte fu la droga”, mentre per quanto riguarda le novità delle ultime ore, determinate dalle dichiarazioni spontanee di Tedesco che ha incolpato i carabinieri D’Alessandro e Di Bernardo del pestaggio cruento del geometra sospettato di spaccio di stupefacenti e poi tratto in arresto, c’è solo da “rimettersi alle autorità giudiziarie e ai processi”, aspettando che questi ultimi finiscano “per accettare la sentenza”.

Carlo Giovanardi critica Ilaria Cucchi e difende i Carabinieri

Il politico emiliano poi è tornato a criticare l’iniziativa della sorella di Stefano, appoggiata dal Consiglio comunale di Roma che ha deciso di intitolare una strada allo sfortunato protagonista di una vicenda di cronaca rimasta aperta come una ferita per troppo tempo e forse adesso vicina all’atteso epilogo giudiziario dopo anni di polemiche.

Nel 2016, proprio Carlo Giovanardi aveva peraltro attaccato pubblicamente (sempre nello stesso programma di Radio 24) Ilaria Cucchi, bollando come assurda l’ipotesi di ricollegare alle percosse degli agenti il decesso del giovane per poi ironizzare sulle tesi della famiglia con la frase “non credo certo agli asini che volano”.