Non solo il Vesuvio. A impensierire sempre più gli scienziati c'è anche l'etna. Che il vulcano più antico d'Europa fosse in movimento, è cosa nota da anni. Ma il grande sorvegliato finora era stato controllato solo sulla superficie. Adesso, dopo un recentissimo studio fatto nelle profondità sottomarine da tre ricercatori italiani, è chiaro che stia inesorabilmente scivolando verso il mare. Spinto dalla forza di gravità, si sta inabissando nello Ionio. Gli specialisti lo hanno tenuto un anno intero sotto osservazione utilizzando potentissimi sensori sottomarini.
Il dossier è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale 'Science Advances'.
Etna, la forza di gravità lo spinge in mare
Il vulcano attivo terrestre più alto della placca euroasiatica sta precipitando nello Ionio. Ad averlo appurato sono Alessandro Bonforte, Francesco Guglielmino e Giuseppe Puglisi, ricercatori presso l'Osservatorio Etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l'Ingv di Catania. Gli specialisti hanno partecipato a un gruppo di ricerca guidato da Morelia Urlaub del Geomar Helmholtz Centre per la ricerca oceanica di Kiel, in Germania.
Tra l'aprile del 2016 e il luglio del 2017, hanno lavorato per oltre un anno a bordo di una nave oceanografica che ha raccolto dati sui movimenti del fianco sud orientale dell'Etna.
Cosa sta accadendo? A causa dell'azione della forza di gravità, l'Etna si sta avvicinando alla linea di costa e, con uno spostamento in media di due centimetri all'anno, sta progressivamente scivolando nel mar Ionio.
Un movimento dunque che non dipende dalle eruzioni o dall'azione del magma in risalita, come si credeva finora. Il magma resta una causa concomitante ma non decisiva. Due centimetri all'anno sono tanti: il dato preoccupa non poco gli scienziati. Questo movimento potrebbe portare a un collasso del complesso vulcanico con conseguenze catastrofiche per tutto l'ambiente intorno.
Etna, impossibile prevedere se e quando causerà uno tsunami
Grazie a una rete di cinque trasmettitori subacquei dotati di sensori di pressione, sono stati misurati gli spostamenti del fondale marino.
Potrebbe innescarsi, ovviamente senza preavviso, una gigantesca frana in mare.
I sensori posti a 12 chilometri dalla costa e a una profondità di oltre 1000 metri, hanno infatti appurato che anche il basamento sottomarino è coinvolto in questo movimento di instabilità. A largo della costa est della Sicilia un vero e proprio motore sommerso sta facendo muovere l'Etna e i ricercatori hanno sottolineato che per la prima volta sono state misurate le deformazioni sottomarine del vulcano. Il fenomeno sta avvenendo in mare dove si trova la scarpata ibleo-maltese. E' come se un gigante senza i piedi si stesse muovendo.
Il vulcano attivo più grande d'Europa, con i suoi circa 500mila anni d'età, forse sta vivendo una trasformazione decisiva.
Alle pendici dell'Etna vive un milione di persone e centinaia di migliaia di cittadini abitano lungo la costa ionica. Gli scienziati non vogliono scatenare allarmismi, ritengono di non avere informazioni sufficienti o dati su eventi analoghi per fare previsioni sull'eventualità che una frana possa causare uno tsunami. Ma i timori, invece, devono spingere a fare ogni possibile passo preventivo.
Per quanto la natura sia imprevedibile, il team di ricerca ritiene sia indispensabile progettare altri sensori acustici per tenere l'attività del vulcano sotto controllo. Occorrono monitoraggi continui e costanti per distinguere tra uno scivolamento normale e uno accelerato e perciò pericoloso. Ora più che mai, insomma, il gigante deve essere ancor più un sorvegliato speciale.