Nell'ambito di una complessa attività di indagine condotta dagli agenti del commissariato di Pubblica Sicurezza della Polizia di Stato di Nola, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il tribunale bruniano e di concerto con i colleghi del commissariato di Vicaria Mercato (Napoli), è stata resa esecutiva l'ordinanza di misura cautelare dell’obbligo di presentazione presso la polizia giudiziaria, ovvero il cosiddetto Daspo: il provvedimento restrittivo, emesso dal G.I.P. (Giudice per le Indagini Preliminari) del Tribunale di Nola, ha colpito ben nove ultrà dell'A.S.C.D.

(Associazione Sportiva Calcistica Dilettantistica) Saviano 1960.

La vicenda

I nove sostenitori nero-verdi sono ritenuti responsabili, assieme ad altri soggetti ancora in corso di identificazione, di un vero e proprio agguato, una violenta aggressione fisica contro due giovanissimi tifosi, proprio del Saviano Calcio. Lo scorso 3 giugno 2018, al termine della partita Torrese - Saviano, valida per il campionato di Prima Categoria stagione sportiva 2017/2018, il capo ultrà del Saviano organizzò e guidò un violento attacco ai danni di altri due tifosi savianesi, in seguito ad un litigio scoppiato per futili motivi. Il branco di aggressori bloccò sulla strada pubblica, anche grazie all'ausilio di alcuni veicoli, i due giovanissimi tifosi nero-verdi, inseguendoli brandendo le aste delle bandiere.

Fortunatamente i due supporters della squadra vesuviana riuscirono a mettersi in salvo, grazie soltanto al sopraggiungere della tradizionale processione rionale del 'Corpus Domini'. Il corteo religioso, infatti, permise loro di mettersi in fuga, impedendo al gruppo di ultras l'azione criminale. I due ragazzi, in seguito al tentativo di aggressione, riportarono ugualmente piccole e lievi ferite e traumi su diverse parti del corpo.

Il provvedimento

Il provvedimento restrittivo di obbligo di presentazione presso la polizia giudiziaria è disciplinato dall'articolo 282 del codice di procedura penale (Decreto del Presidente della Repubblica numero 477 del 22 settembre 1988). Con tale ordinanza, il magistrato impone all'imputato di presentarsi ad un ufficio di polizia giudiziaria per firmare il cosiddetto 'registro di presenza'. Il giudice stabilisce i giorni e le ore di presentazione, considerando anche il luogo di residenza e l'attività lavorativa del destinatario del provvedimento.