Certamente positivo dal punto di vista delle relazioni bilaterali l'incontro tra il presidente russo, Vladimir Putin ed il premier italiano, Giuseppe Conte. Ma tra tutte le questioni trattate, una in particolare reca con sé vecchie paure che sembravano dimenticate e che lasciano presagire ad un nuovo clima da guerra fredda. Il governo americano ha infatti annunciato, ma non ancora attuato, l'uscita dal Trattato INF relativo ai missili nucleari a raggio intermedio che venne siglato nel 1987 dall'allora presidente USA, Ronald Reagan, e dal leader dell'URSS, Mikhail Gorbaciov.
Naturalmente il Cremlino agisce di conseguenza: se ciò avviene, il clima diventerebbe molto più teso anche per la vicina Europa. "Se viene smantellato tutto - ha detto ieri Putin in conferenza stampa alla presenza del premier italiano - non ci rimane che la corsa agli armamenti e, dunque, saremo costretti a prendere di mira i Paesi europei che ospitano missili americani". Conte ha espresso preoccupazione dinanzi a questa prospettiva e manifestato "profonda inquietudine".
Cosa prevede il Trattato INF
L'accordo firmato nel 1987 non era, come alcuni lo hanno dipinto, un mezzo per impedire la guerra nucleare tra le due superpotenze, ma aveva comunque lo scopo di renderla meno probabile. Di fatto vieta lo sviluppo di missili che hanno una gittata tra i 500 ed il 5000 km, i cosidetti vettori a raggio intermedio.
Armati di testate nucleari, questi missili possono essere lanciati in tempi molto ridotti verso i bersagli ed impediscono a qualunque avversario di rispondere, a differenza dei missili intercontinentali. Da oltre 30 anni, dunque, il Trattato ha evitato l'accumulo di tensioni nel vecchio continente tra Mosca ed i Paesi della Nato ed ha portato alla distruzione di quasi 2.700 missili.
Si tratta di un accordo bilaterale e negli anni scorsi si era pensato di coinvolgere nel trattato gli arsenali di altri Paesi, in primo luogo la Cina che è dotata di migliaia di missili di questo tipo schierati in maggioranza nell'altopiano del Tibet.
Trump: 'L'accordo è stato ripetutamente violato'
"Non saremo gli unici a rispettarlo finché qualcuno viola il trattato", queste le parole del presidente Donald Trump con cui è stato annunciato il ritiro di Washington dal Trattato INF del 1987.
Secondo il presidente americano, "la Russia viola questo accordo da molti anni e noi non permetteremo che loro facciano armi mentre a noi non è permesso". Secondo alcuni esperti di politica internazionale, in realtà, Trump vorrebbe rinegoziare gli accordi sul nucleare con Mosca e vorrebbe estendere anche alla Cina gli effetti del trattato del 1987.