Quella di venerdì 26 ottobre 2018 sarà una giornata decisamente difficile per chi prende i mezzi regolarmente. E' stato scelto dai sindacati questo giorno per poter effettuare uno sciopero per chiedere più diritti per i lavoratori di aziende, sia pubbliche che private. Lo sciopero è previsto in tutta Italia, ma probabilmente le agitazioni più vivaci saranno presenti nei capoluoghi di regione, in particolar modo a Milano città.
Trenitalia, Italo e Trenord i primi a scioperare, fin dal 25 ottobre a sera inoltrata
I primi a cominciare lo sciopero saranno i dipendenti delle note aziende di trasporto Trenitalia, Italo e Trenord, dalle 21 del giorno 25 ottobre fino alle ore 21 del giorno successivo.
I treni che alle 21 saranno ancora in circolazione arriveranno alla propria destinazione e poi si fermeranno fino all'ora stabilita. E' stata l'azienda Trenord a rassicurare i propri viaggiatori. Il venerdì 26 saranno assicurati i servizi minimi, rispettando ad ogni modo le fasce orarie che vanno dalle ore 6 alle ore 9, e dalle ore 18 alle ore 21. Altre aziende come Trenitalia e Italo hanno reso note sui propri siti le liste dei treni la cui circolazione è garantita.
Fermi anche autobus, tram e metro della Atm
Anche per quanto riguarda i mezzi di trasporto cittadini, le fasce orarie garantite saranno rispettati. Atm ha riferito che il servizio non sarà disponibile dalle ore 8,45 alle tre del pomeriggio, e dalle sei alla fine della giornata lavorativa.
I mezzi circoleranno senza alcun problema durante le ore della sospensione dello sciopero. Per quanto riguarda la città di Milano, per poter verificare i mezzi in attività potete scaricare l'app moovit.
Le motivazioni dello sciopero di venerdì 26: i motivi sono sia economici che politici
Il motivo per cui si effettuerà lo sciopero fissato per venerdì 26 è da ricercare nella problematica comune a ben dieci milioni di italiani che vivono purtroppo in uno stato di povertà che mette in pericolo non solo loro stessi, ma anche le loro famiglie.
Secondo i sindacati il jobs act non ha fatto altro che rendere il personale delle varie aziende facilmente licenziabili dall'ambito lavorativo. E' quindi necessario che l'articolo 18 ritorni nella legislazione e che avvenga una riduzione delle ore lavorative, sia assicurato un salario adeguato, la sanità disponibile per tutti e la possibilità di avere la garanzia di un tetto sopra la testa.