E’ rientrato l’allarme per le cozze contaminate dal vibrione del colera provenienti da un allevamento di Oristano, in Sardegna. Nei giorni scorsi, come vi abbiamo riferito, un lotto di cozze provenienti dall’allevamento Nieddittas era stato ritirato dal mercato in seguito a controlli nel corso dei quali era stata riscontrata la presenza del batterio Vibrio cholerae. Successive analisi condotte dalla Assl di Oristano hanno consentito di escludere ogni contaminazione nell’allevamento di provenienza dei mitili, permettendo la revoca dell’allerta alimentare.

Nuove analisi sull’allevamento di cozze Nieddittas escludono la presenza del vibrione del colera

Nessuna traccia del vibrione del colera è stata riscontrata sulle cozze a marchio Nieddittas allevate negli omonimi stabilimenti della cooperativa Cpa Arborea del golfo di Oristano. I controlli sono stati effettuati dal Dipartimento di Prevenzione della Ats-Assl Oristano in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna di Sassari che è il laboratorio di riferimento per tutte le analisi sugli alimenti di origine animale.

Le analisi, disposte in seguito al ritiro dal mercato disposto dal Ministero della Salute su un lotto di cozze provenienti dalla Cpa Arborea, hanno interessato tutti gli allevamenti della cooperativa ed hanno permesso di escludere ogni tipo di contaminazione dal batterio del Vibrio cholerae.

Oltre ai dovuti controlli sulla presenza del vibrione, sono state effettuate sui mitili anche analisi di tipo microbiologico e biotossicologico che hanno dato anch’esse esito negativo.

A seguito di questi nuovi controlli, quindi, la Assl di Oristano ha rassicurato i consumatori sulla conformità delle cozze Nieddittas alla vigente normativa sulla sicurezza alimentare, pur raccomandandone la consumazione solo previa cottura, come per tutti i mitili.

Il lotto di cozze contaminate ritirato dal mercato

Il lotto di cozze contaminate interessate dal ritiro dal mercato nei giorni scorsi era quello contrassegnato dal codice NS-183778-17 che era stato distribuito in Toscana. Il richiamo aveva fatto scattare l’allerta alimentare da parte del Ministero della Salute a causa della pericolosità del batterio del Vibrio cholarae rintracciato sui mitili.

La sua ingestione da parte del consumatore, infatti, è causa, dopo un’incubazione che può variare dalle 24 alle 48 ore, di sintomi quali forti dolori addominali e diarrea che possono portare fino alla morte. La malattia, inoltre, è estremamente contagiosa e può dare origini a vere e proprie epidemie come quella di Napoli del 1973.