Non si placa l'attività del vulcano Anak Krakatoa in Indonesia. La stessa continua in maniera incessante, e ha già provocato, come ben si sa, numerosissime vittime e sfollati. Il bilancio è drammatico, e per ora le cifre si attestano a 429 morti e 1500 feriti. Un'emergenza senza precedenti, che vede le autorità indonesiane impegnate a garantire la massima sicurezza possibile, le stesse temono infatti che i fianchi del vulcano possano collassare. Se ciò dovesse accadere una nuova onda anomala si abbatterà sulla costa, sempre nel territorio compreso tra le isole di Giava e Sumatra, dove appunto si trova il vulcano.
Timore che il cono vulcanico si sbricioli in mare
Il servizio meteorologico e geosismico di Giacarta (capitale dell'Indonesia) sta tenendo sotto stretta osservazione il vulcano. Nella notte appena trascorsa gli abitanti sono stati svegliati da fortissimi boati, tale situazione ha costretto molti di loro a rifugiarsi in zone elevate. La potentissima attività eruttiva del "Figlio del Krakatoa", così come viene chiamato, potrebbe portare infatti al collasso totale il cratere che, cadendo in mare, alzerebbe una grandissima massa d'acqua, di gran lunga superiore a quella che sabato scorso ha colpito le coste. Le zone costiere in queste ore sono state evacuate, le autorità informano la popolazione di rimanere lontano dalla costa, per una distanza che va da 500 metri a un chilometro.
Per precauzione anche le isole della Sonda sono state evacuate, l'onda potrebbe infatti colpire anche lì. La popolazione ha ovviamente paura che si possa verificare un'altra tragedia senza precedenti nella storia del Paese, dopo quella del 2004. Il Krakatoa è uno dei vulcani più pericolosi del mondo, e nel corso della sua storia è stato protagonista di eruzioni spettacolari, e purtroppo devastanti, come quella avvenuta il 27 agosto 1883.
In quell'occasione uno tsunami alto 40 metri piombò sulla costa con una velocità di 300 km/h, distruggendo ogni cosa incontrasse sul suo cammino.
Pioggia torrenziale in atto
I soccorritori, oltre al vulcano, devono ora fare fronte anche ad un'altra emergenza, che è quella della pioggia torrenziale. In queste ore infatti, sulle zone già provate dalla tragedia, le precipitazioni non danno tregua. I più piccoli hanno bisogno anche di assistenza psicologica, troppo grande il dramma che si sta consumando sotto i loro occhi. L'Unicef e l'Onu seguono da vicino la situazione.