Il profilo Facebook di Giorgia Rombolà non esiste più. La giornalista Rai è stata costretta a chiuderlo a causa dei troppi commenti, conditi da insulti e minacce, arrivati dopo che la donna, testimone diretta di un tentativo di borseggio e del conseguente pestaggio di una ladra rom nella metropolitana di Roma, aveva cercato di difenderla. Certo, alla Rombolà non è mancato l’appoggio dei colleghi giornalisti e della politica (anche se non proprio convinto in quest’ultimo caso). Ma la forza distruttiva della rete, con i suoi leoni da tastiera, è stata più forte.

All’interno del circo mediatico, però, c’è anche chi, come il quotidiano online Il Primato Nazionale, autodefinitosi giornale sovranista, bolla Giorgia Rombolà come una “giornalista radical chic che difende la ladra rom”, accusandola di essersi scontrata per la prima volta con la realtà.

Il racconto della giornalista e gli insulti subiti

Sta costando molto caro alla giornalista Rai Giorgia Rombolà il fatto di essersi trovata alla stazione San Giovanni della metropolitana di Roma (ieri, 6 dicembre) proprio nel momento in cui una giovane ladra rom, accompagnata da una bambina piccola, ha tentato di rubare il portafogli ad un passeggero, ma è stata scoperta, inseguita, fermata dai vigilantes e, a quel punto, picchiata selvaggiamente dalla mancata vittima del borseggio, un uomo grande e grosso secondo il racconto fatto dalla stessa Rombolà.

La colpa della giornalista di Rai News 24 è quella di aver fatto di tutto per strappare la ‘zingara ladra’ dalle mani di una folla inferocita. Già sul momento, non appena salita sul treno, le erano stati rivolti insulti pesanti insulti sessisti come “pu*tana”, oppure offese come “buonista del ca*zo”. Ma la Rombolà, non paga della brutta avventura, da cronista quale è, ha avuto la malaugurata idea di raccontare la vicenda con un lungo post sul suo profilo Facebook.

Decisione coraggiosa ma drammaticamente sbagliata perché, dopo poche ore di commenti ingiuriosi e a volte irriferibili, la donna è stata addirittura costretta a chiudere la pagina Fb. “Ringraziasse Dio che non abbiano preso a calci nel c*lo pure lei”, “poteva offrire il suo portafogli alla rom”, “cessa”, “è anche grazie a questi pseudo giornalisti che l’Italia sta andando a put*ane, nel dubbio una passata l’avrei data anche a lei”.

Questo il tono utilizzato nei commenti.

Giorgia Rombolà ‘giornalista radical chic’

Ma le critiche nei confronti di Giorgia Rombolà non arrivano solo dai ‘normali’ cittadini, quelli che l’hanno vista in metro e quelli che, coperti dall’anonimato del web, l’hanno offesa e minacciata. ‘La giornalista radical chic difende la ladra rom e la gente la copre di insulti’, titola il quotidiano sovranista Il primato Nazionale. La tesi dell’autrice del pezzo, Elena Sempione, è che “quando una giornalista radical chic si scontra con la realtà, il risultato è una valanga di risate”. Insomma, secondo la Sempione (ma anche secondo buona parte dell’opinione pubblica italiana), le persone come la Rombolà vivono nella loro bolla dorata, senza rendersi bene conto di cosa sia la realtà della vita, visto che i romani, ad esempio, con il problema dei rom che prendono la metropolitana con l’unico intento di rubare ci convivono da decenni. Forse la pazienza è arrivata al limite?