Due giorni fa due soci di Tekashi 6ix9ine sono stati incriminati dalle autorità americane per reati connessi all'attività illegale della Rap star americana di origine messicana e portoricana, incarcerata nel novembre del 2018 per reati gravissimi, quali racket e possesso illegale di armi da fuoco. Kintea McKenzie, un altro uomo molto vicino al rapper, sarebbe stato invece incriminato come esecutore materiale del tentato omicidio – fortunatamente fallito – di Chief Keef, popolarissimo rapper di Chicago, in conflitto con 6ix9ine ormai da diversi mesi, messo in atto l'estate scorsa a New York.

Secondo un rapporto stilato dal sempre informatissimo, soprattutto in materia legale, portale americano 'TMZ', sarebbe stato lo stesso Tekashi 6ix9ine a confessare espressamente agli inquirenti il coinvolgimento di McKenzie – rapper del suo crew, noto ai fan con lo pseudonimo di 'Kooda B' – nel tentato omicidio di Chief Keef, quale esecutore materiale dell'agguato.

Le indiscrezioni diffuse da TMZ

Impossibile non sottolineare come 6ix9ine, accusando il suo collaboratore McKenzie, avrebbe implicitamente ammesso il suo ruolo di mandante dell'agguato a Chief Keef, circostanza destinata sicuramente a far discutere.

Ma le indiscrezioni diffuse da TMZ non finiscono qui: il noto portale ha infatti esplicitato anche l'entità della somma che il rapper avrebbe ricevuto da 6ix9ine per sparare a morte a Chief Keef: Kintea McKenzie, che al momento risulta essere ancora in libertà, sarebbe stato pagato circa 10.000 dollari.

Anthony Ellison e Denard Butler sono invece i nomi degli altri due soci di 6ix9ine che sarebbero stati incriminati dalle autorità, in seguito alle confessioni dell'artista detenuto a New York da novembre. Questi ultimi risultano invece essere detenuti, il primo già da mesi, mentre il secondo sarebbe stato tratto in arresto nei giorni scorsi.

La diffusione della notizia a livello globale

La notizia nelle ultime ore sta occupando ampie pagine delle blogosfere in lingua inglese, francese, tedesca, portoghese e spagnola, suscitando scalpore e curiosità, come ormai da mesi capita regolarmente ogni qualvolta viene diffusa qualche nuova indiscrezione sull'ormai articolato e complicatissimo caso giudiziario di Daniel Hernandez, questo il vero nome dell'artista. È quasi sempre il sopracitato potale americano TMZ ad avere notizie di prima mano da parte delle autorità statunitensi.