La tragedia si poteva evitare. Ha trovato la forza di parlare Ciro Formisano, il papà di Emily, la bambina che la settimana scorsa è morta in slittino, mentre era la mamma Renata Dyakowska, polacca di 38 anni, sul Corno del Renon, a Bolzano. La bimba ha preso la pista sbagliata, una nera, vietatissima agli slittini. Ma il cartello di divieto all'ingresso della discesa era in tedesco. Il padre ai microfoni del Tg1 ha detto che, con indicazioni in italiano, Emily oggi sarebbe stata viva.

Bimba morta in slittino, la testimonianza del papà al Tg1

Ciro Formisano ne è sicuro: se avesse visto un cartello in italiano, avrebbe detto a sua moglie di non andare verso la pista nera, avrebbero capito l'entità del pericolo.

Se solo quel divieto di scendere con slittini dalla cima del Corno del Renon, ad oltre mille metri di quota, per affrontare una discesa con anche il 40% di pendenza, fosse stato scritto in italiano, ora sua figlia sarebbe viva.

Che la tragedia si potesse evitare, Formisano lo ripete da una settimana, da quando venerdì scorso lo slittino, su cui a velocità folle sono scese madre e figlia, si è schiantato contro un albero. Emily è morta sul colpo, la mamma Renata è in rianimazione in condizioni gravi all'ospedale di Bolzano. Venerdì scorso doveva essere l'ultimo giorno di vacanza della famiglia Formisano, prima del rientro a Reggio Emilia, dove abitano. Emily era felicissima, aveva chiesto di poter fare un ultimo giro in slittino, per assaporare la gioia della neve e un senso di libertà.

Emily e la mamma hanno sbagliato 'fermata': anziché scendere alla stazione intermedia, a metà montagna, dove c'è l'unica pista consentita agli slittini, sono scese in cima dove ci sono due piste, solo per chi scia. Probabilmente il cartello e l'ambiente intorno non hanno permesso di percepire il pericolo: il papà, che ha preferito sostenere l'intervista dando le spalle alla telecamera e perciò senza farsi inquadrare, ha spiegato che, appena si arriva su, è in piano.

Dunque, c'è una piccola discesa e solo dopo comincia la pendenza inaffrontabile in slittino.

Purtroppo, madre e figlia non hanno incontrato nessuno che potesse avvertirle: c'era solo quel cartello in tedesco e un piccolo simbolo con la slitta sbarrata. La procura di Bolzano ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Due gli indagati: la mamma della bambina e il gestore degli impianti, che sostituirà il cartello con una scritta anche in italiano.

Una decisione presa dopo le polemiche. Mercoledì la pista è stata riaperta.

Incidenti mortali in montagna, tragico fuoripista

Ieri un nuovo incidente mortale in montagna. La vittima è Julian Impagliazzo, snowboarder di 24 anni, originario di Cesena. Sul monte Bianco, a 1800 metri, in zona Plan de la Gabba, sopra Courmayeur, Julian voleva scendere, facendo un fuoripista proibito. Con lui, anche un altro amico: hanno oltrepassato i cartelli di divieto di sci fuori pista. Una zona pericolosa per la sua morfologia, che ha causato in passato numerosi incidenti mortali

Dopo essersi reso conto di non riuscire più a risalire, intrappolato tra i crepacci, ha deciso di togliersi la tavola e tentare di andare a piedi.

L'amico l'ha visto scendere per un centinaio di metri. Poi è scivolato e precipitato da un salto di roccia per più di 40 metri nel Canale del Bambino.

Autopsia sul corpo di Camilla

Intanto, l'autopsia sul corpo della piccola Camilla Compagnucci, morta il 2 gennaio scorso sulle piste piemontesi di Sauze d'Oulx, ha stabilito la causa della morte. Ad ucciderla è stato un violento trauma cervicale, causato dall'impatto con una barriera frangivento, ai margini della pista rossa 'Imbuto' che probabilmente neanche doveva esserci. La procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati quattro dirigenti e tecnici della Sestrieres Spa, società che gestisce le piste. Non ci resta che attendere per scoprire ulteriori dettagli anche sull'incidente avvenuto sul Corno del Renon.