Il piccolo Loris Stival venne ucciso nel 2014, un caso che sconvolse l'Italia intera. Per il suo omicidio, avvenuto in Sicilia, a Santa Croce di Camerina, è stata condannata, nel 2018, la madre Veronica Panarello. La donna ha deciso, insieme ai suoi legali, di ricorrere in Cassazione.

La condanna di Veronica Panarello a 30 anni di reclusione per l'omicidio del piccolo Loris

Veronica Panarello è stata condannata in primo grado per l'omicidio del figlio nel 2016: questa decisione è stata confermata nel processo di appello svoltosi nel 2018. In occasione della lettura della sentenza, la mamma di Loris ebbe una reazione rabbiosa, sopratutto nei confronti del nonno del bimbo e suo suocero, Andrea Stival.

Secondo la versione della donna, infatti, sarebbe stato proprio l'uomo ad uccidere il piccolo: Loris, infatti, secondo la tesi della Panarello, aveva scoperto una loro presunta relazione. In ogni caso, le autorità non hanno ritenuto veritiera questa versione e hanno emesso un verdetto di condanna contro la donna.

Secondo quanto ricostruito delle autorità, sarebbe stata quindi proprio la mamma ad uccidere, nel 2014, il piccolo Loris di soli 7 anni. Quella mattina, la donna accompagnò a scuola solo il figlioletto minore, ma si presentò ugualmente davanti alla scuola elementare di Loris, dove il bambino risultava, però, assente. A quel punto, scattarono le indagini e le ricerche del bambino scomparso: il corpo del bimbo venne ritrovato privo di vita, all'interno di un canalone.

Secondo gli inquirenti, il piccino sarebbe stato strangolato dalla mamma all'interno della sua casa con l'ausilio di alcune fascette da elettricista.

Il ricorso in Cassazione dei legali di Veronica contro le sentenze di colpevolezza

Fin dal momento dell'emissione della sentenza di secondo grado contro la mamma del piccolo Loris, i legali della donna annunciarono la loro intenzione di ricorrere in Cassazione contro il verdetto di condanna.

Oggi è arrivata la notizia che Veronica Panarello, tramite il suo legale Francesco Villardita, ha depositato il ricorso in Cassazione avverso la sentenza della Corte d'Assise di Appello di Catania. Il ricorso, come anticipato già dai legali, verte su dieci punti.

In particolar modo, nel ricorso si analizza l'elemento soggettivo del reato e la presunta contraddizione con la sentenza, che parla di dolo d'impeto.

Altri punti cruciali sono, secondo i legali, l'assenza di movente e la pianificazione del sopralluogo effettuato con Veronica Panarello. In ogni caso gli avvocati annunciano l'intenzione di affrontare anche la questione della capacità di intendere e di volere della loro assistita.