La procura della Repubblica di Milano sta indagando sulla truffa 'dei diamanti' in cui sono incappati molti nomi noti del mondo dello spettacolo tra cui Vasco Rossi. L'indagine è durata due anni e ha coinvolto 75 indagati, cinque banche e due società: la Intermarket diamond business e Diamond private investment, portando al sequestro di oltre 700 milioni di euro. La rock star italiana avrebbe investito in diamanti la cifra di 2,5 milioni di euro nella Intermarket diamond business di Milano mentre l'imprenditore Diana Bracco avrebbe impegnato 1,5 milioni di euro.

Cifre più modiche sarebbero state conferite alle società da Federica Panicucci (54 mila euro) e Simona Tagli (30 mila euro). Moltissimi anche gli imprenditori e i piccoli risparmiatori che sono stati raggirati.

Secondo le indagini, i responsabili della banca e i consulenti finanziari facevano leva sulla fiducia acquisita negli anni e presentavano le due società indagate come rispettabili. A quel punto proponevano ai clienti gli investimenti, arrivando a far credere ai malcapitati di potere impegnare il denaro in beni rifugio che avrebbero garantito un profitto annuo pari a 3-4% del capitale investito. A prova di ciò veniva presentato ai clienti un listino prezzi gonfiato rispetto ai valori effettivi di mercato.

Il Giudice per le Indagini Preliminari Natalia Imarisio ha affermato che le vittime non erano messe al corrente che gran parte del capitale investito se ne sarebbe andato tra Iva, commissioni bancarie e profitto delle società. Inoltre gli investitori non venivano informati che in caso di disinvestimento avrebbero perso un ulteriore 10%.

Le vittime della truffa identificate per ora sono un centinaio ma la cifra è destinata a salire

Le vittime incappate nella truffa dei diamanti a oggi sono un centinaio, anche se un migliaio di investitori si stanno unendo in una class action. Le banche si sono difese affermando di essersi limitate a segnalare ai clienti la possibilità di investire in diamanti, avvisando che il profitto sarebbe stato esiguo.

In realtà un dipendente del Banco Bpm intercettato, avrebbe detto che se il cliente avesse letto il documento avrebbe capito di stare acquistando a 100 qualcosa che ne valeva 44.

Un altro investitore ha versato 400 mila euro in pietre preziose che valevano il 20% del valore investito. La Intermarket diamond business e Diamond private investment per farsi benvolere dagli istituti bancari, non lesinavano regalie ai dipendenti. Inoltre investivano milioni in azioni nelle banche in modo che i dirigenti raggiungessero gli obiettivi di budget e ottenessero i premi. In un caso le società indagate hanno donato 150 mila euro a una Onlus fondata in memoria del figlio scomparso di un manager di banca. Ciò ha portato la procura a incriminare le società anche per corruzione tra privati, di autoriciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita.