A Pordenone è stata scoperta una gang di spacciatori extracomunitari che vendevano droga anche nei parchi pubblici. Tutti i componenti sono risultati richiedenti asilo in Italia per i motivi più disparati. La polizia ha parlato, senza mezzi termini, di un 'pericoloso gruppo criminale', dedito allo spaccio di hashish, cocaina ed eroina.

Pordenone, arrestati giovani pusher

Il blitz delle forze dell'ordine è scattato questa mattina, quando gli agenti hanno messo le manette ai polsi ad alcuni pakistani e a un bengalese, mentre altri due provvedimenti cautelari hanno riguardato un nigeriano e una ragazza italiana.

Tutti risultano disoccupati e la maggior parte risulta richiedente asilo. La gang aveva messo in piedi un business da diverse decine di migliaia di euro grazie alla vendita di droga. La fornitura di stupefacenti arrivava da alcuni canali sicuri, con base a Milano e a Mestre (provincia di Venezia). Questo episodio è soltanto l'ultimo delle centinaia di casi simili in Italia, lo spaccio di sostanze stupefacenti alla luce del giorno non sembra essere più una rarità. Sul caso è intervenuto anche il ministro degli Interni Matteo Salvini che ha dichiarato di seguire la vicenda da vicino: 'Almeno 2 degli arrestati potranno essere espulsi, per l'effetto del Decreto Sicurezza', ha tuonato il vicepremier, aggiungendo che si ha 'tolleranza 0 per i delinquenti'.

Gli agenti di polizia hanno documentato, grazie a delle telecamere nascoste, diverse centinaia di vendite. In questo modo hanno dimostrato come gli imputati si guadagnavano da vivere esclusivamente spacciando droga nei parchi pubblici e nel centro di Pordenone. Da quanto appreso dalle forze dell'ordine, tra i clienti, c'erano anche molti giovanissimi.

Altri due pusher arrestati ieri

Nella giornata di ieri sono stati arrestati altri due pusher, un italiano e un marocchino, che come pegno trattenevano le patenti di guida dei clienti. I due spacciatori, che operavano in provincia di Bergamo, sono stati arrestati dai carabinieri dopo alcuni servizi di appostamento e pedinamento.

Il marocchino, prima di essere bloccato, ha tentato la fuga colpendo uno dei militari: per questo motivo, l'uomo è stato arrestato anche per resistenza a pubblico ufficiale. A seguito dell'arresto, sono stati rinvenuti alcuni documenti di guida intestati ai clienti, molto probabilmente trattenuti come pegno per l'acquisto delle dosi.