I matrimoni, si sa, al giorno d'oggi possono terminare e nella maggior parte dei casi si finisce in un'aula di tribunale per gridare i propri diritti. Quanto accaduto a Treviso nei giorni scorsi, però, suona tanto come una sentenza storica, perché la decisione di un giudice donna ha sorpreso tutti. Se l'ex moglie è una scansafatiche e non è alla ricerca di un lavoro, non ha diritto a godere dell'assegno di mantenimento da parte del suo ex marito. Questa è stata la spiegazione che il giudice ha fornito dopo aver negato 1.900 euro al mese che la donna pretendeva.

Secondo quanto riferito dal quotidiano Il Mattino, inoltre, il giudice ha interrotto la corresponsione di 1.100 euro che da più di un anno la donna riceveva dal suo ex marito, nonostante la differenza economica tra le due parti sia piuttosto rilevante.

Treviso, la sentenza di divorzio sorprende tutti: la donna non avrà l'assegno di mantenimento

Siccome, però, c'è di mezzo la pigrizia mostrata dalla donna nel trovarsi un Lavoro affinché potesse contribuire al suo sostentamento autonomamente, così come la mancanza di sacrifici da parte di quest'ultima nel corso della vita matrimoniale, il collegio del tribunale di Treviso ha deciso in questo modo. Secondo il giudice, la donna, una trentacinquenne del posto, avrebbe le carte in regola per trovare occupazione e una laurea in economia, facilmente spendibile nel mondo del lavoro.

Il marito, invece, percepisce uno stipendio che è superiore ai 4.000 euro e l'abitazione in cui vive viene pagata dall'azienda per la quale lavora. Dopo anni di matrimonio, i due hanno deciso di lasciarsi e la donna ha immediatamente messo in evidenza il fatto che abbia sempre seguito suo marito ovunque egli si trasferisse per lavoro, lasciando anche un posto di lavoro come segretaria.

Gassani: 'Non basta che ci sia differenza economica tra i due'

Secondo la donna, poi, non è mai riuscita a trovare un nuovo lavoro a causa della sua poca dimestichezza con la lingua italiana. A seguito di quanto accaduto in provincia di Treviso, il presidente dell'Associazione avvocati matrimonialisti, Gian Ettore Gassani, ha spiegato che l'assegno di mantenimento a seguito di un divorzio non è un atto dovuto perché sennò diventerebbe una rendita parassitaria, e che per ottenerlo non è sufficiente che ci sia un evidente differenza economica tra i due coniugi in quanto la legge impone alla parte debole di dimostrare di aver provato a trovare un lavoro magari con la partecipazione a prove concorsuali.