Dichiarazioni agghiaccianti quelle di Donatella di Bona, madre del piccolo Gabriel Feroleto che è stato ucciso il 17 aprile scorso. Dalle confessioni della donna emerge che il bambino è stato ucciso per un raptus di follia in un campo nei pressi di Cassino poiché lei sarebbe stata interrotta in un atto intimo con il padre, Nicola Feroleto che si è dato alla fuga. La stessa madre avrebbe poi raccontato un mare di bugie fino a che gli inquirenti non l'hanno portata al cedimento.

Le confessioni scalano la vetta dell'orrore

Che ad uccidere il bambino fosse stata la madre era soltanto un sospetto, una voce che serpeggiava, ma che ha da poco ottenuto conferma negli atti di indagine.

Il tutto sarebbe avvenuto perché la coppia, secondo la confessione, era tornata ad incontrarsi in un campo di Piedimonte San Germano, nei pressi di Cassino. I due si sarebbero appartati per avere un rapporto benché fossero in via di separazione e benché Nicola Feroleto, 48 anni, avesse un'altra compagna. La madre infastidita da quel pianto si sarebbe alzata, avrebbe interrotto l'atto che pare non sia stato consumato e si sarebbe diretta dal bambino, afferrandolo con la mano sinistra alla gola e la mano destra sulla bocca per impedire che gridasse.

La descrizione dell'omicidio riportata sui verbali

La donna lo avrebbe afferrato alla gola senza fermarsi nemmeno quando il bambino si dimenava. Nicola Feroleto "un po' guardava e un po' si girava".

Un padre passivo quindi? Non proprio. Il gip Salvatore Scalera ha descritto il padre come un uomo "infastidito" perché non era riuscito a terminare "il rapporto intimo", così come riportato anche dal quotidiano La Repubblica.

Il padre non è intervenuto

A provare questa sua rabbia è anche il racconto della madre: secondo la sua confessione, il padre Nicola, pur non intervenendo in difesa del piccolo Gabriel, avrebbe sussurrato "vi levo dal mondo".

Inoltre si sarebbe girato mentre guardava la madre uccidere il figlio, poi si sarebbe voltato verso la macchina e un po' avrebbe guardato in aria, sempre secondo i racconti di Donatella di Bona che conclude così il suo agghiacciante racconto: "No, lui non ha fatto nulla perché non gliene importa. Vabbè, il bambino è stato ucciso da me", aggiungendo poi che il padre non gli avrebbe messo nemmeno una mano addosso per non avere colpe, lasciando così intendere con tali dichiarazioni, che vi fosse consapevolezza da parte di entrambi del grave e criminoso gesto.

Il depistaggio

Inizialmente il padre si è dato alla fuga e avrebbe chiesto alla ex compagna di mentire, raccontando dunque che il bambino era stato con lei dalle 14:00 alle 16:30. Di lì sarebbe poi seguito un fiume di bugie: dalle dichiarazioni del falso investimento di un'automobile, a quelle di Nicola sulle sue false dichiarazioni di spostamenti.

Grazie all'indagine del Gip del PM Valentina Maisto, i due sono stati poi arrestati per omicidio volontario. A seguito di ciò il padre si è dichiarato estraneo ai fatti ma è rimasto in carcere. Al funerale del piccolo ha partecipato l'intero paese, commosso e in lutto, le serrande dei negozi erano abbassate e le bandiere a mezz'asta in segno di lutto cittadino. Piedimonte ha pianto nella chiesa dell'Assunta la fine di un bambino troppo piccolo per capire, vittima di una situazione difficile per cui il sindaco Gioacchino Ferdinandi ha giurato: "Mai più".