Il Reddito di cittadinanza, voluto dal Movimento 5 Stelle, è diventato realtà. Non solo per gli italiani in stato di indigenza, ma anche per i rom e gli stranieri che vivono sul territorio da più di 10 anni. Alcuni reporter de il Giornale si sono recati in uno dei campo nomadi di Milano, a Chiesa Rossa, dove il tasso di delinquenza è il più alto del capoluogo lombardo.

Milano, i rom vivono in villette e non pagano le bollette

Per interdersi meglio, in questo campo nomadi milanese, sono stati rubati circa 40mila euro a Lele Mora per una finta fornitura di champagne e nel luglio scorso c'è stata una sparatoria tra bande rivali.

Nel 2016, invece, tre marocchini sono stati rapinati di circa 25mila euro in contanti grazie a una truffa su una finta vendita online. Non solo, sempre lo stesso anno, a seguito di un'intervento delle forze dell'ordine sono state rinvenute 130 armi bianche tra cui: macheti, spade e coltelli. I rom che vivono all'interno della zona, però, minimizzano il tutto e, anzi, si presentano quasi come vittime del sistema che li vuole come capo espiatorio.

Quando si pensa a un campo nomadi si pensa subito a roulotte o baracche, a Chiesa Rossa invece ci sono anche villette costruite su un territorio comunale. Nessuno, però, ha mai pagato le utenze e a quanto sembra all'amministrazione comunale va bene così.

La candidata milanese Silvia Sardone (Lega), però, denuncia: "Il solito trattamento a favore dei rom... per loro esistono regole diverse rispetto a quelle di tutti gli altri", la consigliera comunale (candidata anche alle europee) era sul posto insieme ai giornalisti per il sopralluogo. A quanto appare dal servizio ai rom viene pagata luce, acqua e gas, inoltre l'area vicino al campo si è trasformata in una discarica abusiva piena di elettrodomestici, mobili e gomme usate di auto (con addirittura capre e pony che si aggirano nei dintorni).

Reddito di cittadinanza e lavoro in nero

Non solo, dunque, i rom milanesi hanno casa e bollette pagate ma hanno ottenuto anche il Reddito di cittadinanza, in più lavorano anche a nero. A dirlo sono proprio loro che alla domanda del cronista hanno risposto di lavorare in nero e di ricevere, lo stesso, il sussidio statale. Le persone intervistate sono state diverse e senza troppa vergogna la totalità ha risposto che, oltre a tutti i benefit di cui già godono, hanno ottenuto anche la carta ricaricata da parte del Governo. Intorno al loro campo, nel frattempo, sventolano le bandiere europee del PD in simbolo di integrazione. Un'integrazione che, a quanto pare, grava sulle spalle dei cittadini onesti che ogni giorno devono lavorare per mangiare e soprattutto rispettare le regole.