Notre Dame è stata salvata dalle fiamme ma il bilancio dell'incendio che l'ha colpita nel tardo pomeriggio di ieri è comunque pesante. La cattedrale gotica, simbolo insieme alla Torre EIffel di Parigi, ha perso tra le fiamme la guglia e tre terzi del tetto. Si stima che potranno volerci anni per ricostruirla, e non si è sicuri che sarà comunque come l'edificio originale, un vero colpo al cuore non solo per i francesi ma per l'umanità intera.

Notre Dame: l'incendio probabile conseguenza dei lavori di ristrutturazione

Alle 18:50 sono state avvistate, pare da alcuni turisti in fila per visitarla, delle fiamme sul tetto di Notre Dame.

Il monumento è stato subito evacuato, così come Ile de la Citè, il quartiere in cui si trova. Quando poco dopo la notizia ha iniziato a circolare, sui social hanno iniziato a scatenarsi le ipotesi sulle cause. Ovviamente le due più accreditate sono state la matrice terroristica e l'atto di dimostrazione da parte dei Gilet Gialli. I pompieri invece appena sono arrivati sul luogo hanno smentito l'incendio doloso, imputando la causa delle fiamme probabilmente a un corto circuito conseguenza dei lavori di ristrutturazione.

400 pompieri hanno provato a domare le fiamme ma l'altezza non ha permesso alle pompe di raggiungere facilmente il centro dell'incendio. Così le fiamme, grazie alla vasta parte in legno, si sono propagate fino ad essere visibili da tutta la città.

I cittadini, i turisti e i negozianti si sono riversati sulle strade per cercare di capire cosa stesse succedendo, assistendo inermi e disperati a uno spettacolo infernale. Il momento più drammatico si ha alle 20:02 quando la guglia crolla e viene avvolta dalle fiamme.

Notre Dame: dopo la grande paura il sollievo e la speranza

Come auspicato dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, che ha parlato di una "tristezza immensa", accorsa subito sul posto, così anche il primo ministro e il presidente Macron, che tramite un tweet ha affermato "con Notre Dame brucia una parte di noi". La folla commossa e impotente assiste, soprattutto dall'altro lato della Senna, alle fiamme che, avvolgono il tetto, ormai uno scheletro, così come la "Fleche", la guglia che, collassa parzialmente su una delle torri.

Quando verso le 22:00 le fiamme raggiungono il campanile nord, i pompieri si dichiarano preoccupati di non poterlo fermare e di temere crolli creando un danno irreparabile. Nella folla c'è chi prega, chi piange, chi intona canti, e chi rimane attonito, mentre le altre chiese della capitale francese alle 22:00 suonano le campane a lutto.

Quasi un'ora dopo si può tirare un sospiro di sollievo quando i vigli del fuoco dichiarano che sono salvi i campanili così come l'intera struttura, che è in fase di raffreddamento, mentre l'intensità del rogo va scemando. Alla sua estinzione dovranno per tutta la notte lavorare i pompieri. Il presidente Macron, intervenuto verso le 23:40 circa, li elogia affermando che, se la facciata è salva è solo grazie al loro coraggio.

Aggiunge poi che Notre Dame non è solo la cattedrale di Parigi ma molto di più "è l'epicentro della nostra vita", descrivendola come il luogo di celebrazioni della libertà e delle liberazioni, ha ricordato come sia la cultura francese, presente nei quadri e nei libri, "il punto da cui partono tutte le distanze e le strade che arrivano a Parigi."

Commosso, soprattutto mentre pronunciava le parole "è la nostra storia e adesso brucia", ha poi però voluto aggiungere anche parole di speranza, asserendo che la cattedrale verrà presto ricostruita. Ha dichiarato che il progetto per la ricostruzione partirà subito e "lanceremo un appello ai più grandi talenti che verranno qui e daranno il loro contributo.

Ricostruiremo Notre Dame perché la nostra storia lo merita". Un progetto per il quale Macron ha annunciato poi una raccolta fondi, anche oltralpe, alla quale hanno già contributo il gruppo Kering, della famiglia Pinault, e Lmhv, degli Arnauld, con donazioni rispettivamente di cento milioni e duecento milioni di euro.

Notre-Dame: le polemiche

La preoccupazione, una volta scampato il pericolo, ha lasciato spazio alle polemiche. Le quali erano comunque già iniziate durante le terribili ore di angoscia; nonostante il piano di evacuazione abbia funzionato, e le persone siano tutte incolumi, la polemica è montata per il pompiere rimasto ferito e l'intervento dei pompieri secondo molti troppo lento. Alcuni abitanti della zona dicono di aver sentito le prime sirene dei vigili del fuoco solo trenta minuti dopo l'innalzamento del fumo.

Molti poi si sono domandati perché l'incendio non potesse essere spento con l'impiego dei canadair. L'idea è stata lanciata anche, tramite un tweet, da Donald Trump. Al presidente americano ha risposto direttamente la protezione civile francese facendo presente che spegnere l'incendio gettando acqua da un aereo avrebbe potuto causare il crollo dell'intera struttura della cattedrale.

L'incendio è stato poi domato ma le polemiche non cessano, impera la questione su come sia stato possibile che un monumento di tale importanza abbia potuto prendere fuoco. L'orario non lavorativo rende plausibile l'ipotesi dei pompieri di un corto circuito legato ai lavori di restauro nel sottotetto che avrebbe avuto modo di propagarsi non essendoci più operai.

Episodi già verificatisi durante la ristrutturazione di palazzi antichi di Parigi, molti si domandano quindi per quale motivo la zona sia stata lasciata scoperta. A questo punto bisogna solo aspettare il risultato dell'indagine per disastro colposo aperta dalla procura di Parigi, indagini che saranno lunghe perché il tetto è difficile da raggiungere, essendo circondato dalla impalcature dei lavori di ristrutturazione.

Notre-Dame: le reazioni social

Le polemiche ovviamente si sono propagate anche sui social, non solo l'idea dei canadair, espressa da molti utenti così come da Trump, ma anche chi parla di complotti vari, chi tira in ballo il karma che punirebbe i francesi per la questione Libia o quelle post-coloniali.

Molti italiani poi si dicono indifferenti o esultano ricordando le vignette di Charlie Hebdo sul terremoto di Amatrice e su ponte Morandi. Ad esultare sono stati poi anche alcuni canali dell'ISIS, non hanno rivendicato l'incendio come loro attentato ma si sono detti entusiasti di questa ferita per l'occidente. In mezzo a tanti commenti e reazioni disumane, vi sono state anche reazioni solidali, oltre ai messaggi di vicinanza espressi dai vari personaggi famosi ed esponenti politici, da Conte alla Merkel, anche persone comuni hanno espresso dolore e vicinanza al popolo francese. In particolare è diventata virale l'immagine dell'illustrazione di Cristina Correa Freile che raffigura Quasimodo, il personaggio de "Notre Dame de Paris", che abbraccia la cattedrale.

Notre-Dame: è andata meglio del previsto

Nonostante permanga una grossa instabilità che rende ancora precaria la struttura e vi siano dei piccoli focolai, Notre-Dame è salva. La situazione, come assicurato dai pompieri, è ora sotto controllo. I danni vi sono stati ma la situazione si è risolta in maniera migliore di quanto preventivato. Nella serata di ieri si è temuto il peggio, ovvero che crollasse l'intera struttura o che si potessero perdere le opere d'Arte al suo interno. Rimane l'inestimabile perdita della guglia ottocentesteca e di gran parte del tetto, tuttavia grazie all'incessante lavoro dei pompieri si sono potute salvare le torri, la facciata e il rosone, nonché le opere d'arte, anche quelle del tesoro della cattedrale, le reliquie tra le quali la Corona di Spine e la tunica di San Luigi, ora all'Hotel de Ville, sede del municipio, saranno portate poi al Louvre.

I quadri che non hanno potuto salvare perché costretti a lavorare in mezzo al fumo e a pezzi incandescenti che cadevano, sono stati messi in salvo al riparo dall'acqua; qualcosa dovrà comunque essere restaurato, come per esempio l'organo. Salve sono anche le 16 statue di bronzo, raffiguranti i 12 apostoli e i 4 evangelisti, che erano state portate via sabato 12 aprile. La città è sicuramente scossa, lacerata senza la guglia che, spicca così come la cattedrale sia fuori che, all''interno ma Notre-Dame risorgerà così come è successo dopo la rivoluzione e due guerre mondiali. Perché come ha dichiarato la sindaca Hidalgo, citando il motto di Parigi "Fluctuat nec mergitur" "È sbattuta dalla onde ma, non affonda", ci sarà la forza di rialzarsi.