Le Elezioni politiche del 2019 in Spagna saranno ricordate come un avvenimento storico. Vince il partito Psoe (Partito socialista operaio spagnolo) con 123 seggi su 350, forte, ma non abbastanza per la soglia di maggoranza di 176 seggi. Podemos, guidato da Pablo Iglesias, cala da 71 seggi del 2016 a 42, comunque pensa lo stesso a dare un appoggio esterno ai socialisti. Pedro Sanchez, dopo la robusta vittoria, pensa a poter governare da solo. Anche l’affluenza al voto è risultata molto alta, storica per l’appunto, la seconda negli ultimi 40 anni con il 73% di partecipanti.
L’estrema destra Vox in continua ascesa, vola a 24 seggi in parlamento
Un altro risultato storico è l’ingresso in parlamento del partito di estrema destra Vox, con 24 seggi. Fondato nel 2013 da dissidenti del Pp (partito popolare) di centrodestra, hanno conosciuto una rapida ascesa di consensi elettorali, a partire dagli attentati in Barcellona del 2017.
Definendosi un partito di destra con ispirazione cristiano–democratica, col tempo è stato collocato tra i partiti populisti di destra europei. Internamente Vox è un partito monarchico e nazionalista, euroscettico, contrario a ulteriori cessioni di sovranità spagnola e all’immigrazione, in quanto la ritiene una minaccia dell’identità nazionale.
Seguono l’etica cristiana-cattolica e pur non essendo contrari alle unioni omosessuali, si rifiutano di riconoscere tali unioni come matrimoni.
Il partito di Rivera, Ciudadanos, si afferma come terza forza in Parlamento
Ottima affermazione anche per Ciudadanos, partido de la Ciudadanía (Partito dei cittadini). In questa tornata elettorale riesce ad ottenere 57 deputati.
Un partito catalano nato nel 2005 da un gruppo di intellettuali, accademici e professionisti di vari settori, per contrastare l’indipendentismo di quella regione. Contrari al nazionalismo e favorevoli a voler risolvere i veri problemi dei cittadini, fondano una piattaforma chiamata Ciutadans de Catalunya.
Pur essendo attivi inizialmente solo in Catalogna hanno cominciato ad essere un fenomeno mediatico nazionale grazie alla loro contrapposizione al referendum per l’indipendenza dalla Spagna.
Poi dallo scorso autunno, il giovane presidente Albert Rivera è diventato uno dei volti più riconosciuti, schierato contro la secessione. Con un'ideologia liberale e progressista, ha conquistato gli spagnoli ed oggi Ciudadanos risultano la terza forza in parlamento. Avranno un ruolo decisivo nella decisione della fiducia del primo ministro.
Chi sarà il primo ministro in Spagna?
In base alla costituzione di Spagna, il primo ministro incaricato si deve presentare in parlamento con almeno 176 seggi per ottenere la fiducia. Qualora non fosse così, ma si presentasse in parlamento con una soglia inferiore, la possibilità è quella del secondo voto 48 ore dopo. In questo caso basterebbe al primo ministro ottenere la maggioranza per avere la fiducia. Diventerebbero, quindi, cruciali le astensioni dei piccoli partiti nazionalisti.