Probabilmente Niels Högel avrebbe continuato a mietere vittime se nel 2005 un collega infermiere non lo avesse scoperto mentre era intento a somministrare un cocktail letale di farmaci ad un paziente, per ucciderlo. Da quel momento sono iniziati i procedimenti giudiziari contro l’uomo, oggi 42enne: pian piano sono emersi i delitti commessi nei due ospedali, nei dintorni di Brema, in cui aveva prestato servizio. Nel 2017 gli inquirenti sostenevano che avesse tolto la vita ad almeno a 90 persone in sei anni, dal 1999 fino al momento in cui era stato colto sul fatto.
Da allora l’ex infermiere è già stato condannato a due ergastoli. Ma, in concomitanza con la partenza di un terzo processo, nel quale Högel deve rispondere dell’omicidio di altri 100 pazienti – 36 nel nosocomio di Oldenburg e 64 in quello di Delmenhorst – gli inquirenti, che da anni indagano sul caso, hanno rivelato che le vittime potrebbero essere molte di più, addirittura 300.
Il più feroce serial killer della Germania
Se le stime della polizia fossero confermate Niels Högel diventerebbe il più feroce serial killer della Germania e, probabilmente, del mondo. L’uomo ad oggi ha riconosciuto di aver ucciso 43 persone, non ha escluso di averlo fatto in altri 53 casi ed ha negato di essere responsabile solamente di cinque morti.
L’ex infermiere agiva utilizzando una tecnica davvero singolare: infatti somministrava dosi di medicinali tali da provocare l’arresto cardiaco. Tuttavia interveniva in un secondo momento per cercare di rianimare la vittima. In molti casi non c’era nulla da fare ma, in quelle poche volte che il paziente si salvava dagli effetti dell’iniezione letale, il soccorritore veniva elogiato e riceveva riconoscimenti tanto da essere soprannominato il “Rambo della resurrezione”.
Il silenzio dei colleghi dell’ex infermiere
Un modo di procedere che si è protratto a lungo senza che nessuno di quelli che lavoravano con lui sia mai intervenuto, nonostante i sospetti aumentassero con il passare del tempo. Basti pensare che su 411 morti avvenute nella clinica di Delmenhorst, nel periodo di tre anni in cui Högel vi ha lavorato, ben 321 si sono verificate mentre l’ex infermiere era di turno o aveva immediatamente finito.
Una coincidenza che in molti avevano notato senza, però, che nessuno avesse denunciato apertamente l’accaduto ai superiori. Queste considerazioni hanno scatenato grandi polemiche in Germania da parte di chi combatte perché tutti i crimini commessi dal 42enne vengano alla luce, come Christian Marbach, nipote di una delle vittime di Högel. Frank Lautermann, l’unico ex collega che ha testimoniato contro l'assassino, ha denunciato come in quegli anni molti abbiano preferito girare la testa dall’altra parte. Negli ultimi mesi sono finiti sotto inchiesta due medici, il responsabile di un reparto ed alcuni infermieri – circa una dozzina di persone – per reati vari tra cui l’omessa denuncia, la falsa testimonianza, ed addirittura il concorso colposo in omicidio.
Ma sotto accusa è l’intero sistema sanitario tedesco, caratterizzato dall’estremo rispetto delle procedure e dalla profonda suddivisione gerarchica. Elementi che potrebbero aver favorito l’impunità del serial killer.