Lei è una studentessa modello di un liceo artistico, prossima alla maturità, ed è stata selezionata a gennaio per le Olimpiadi di Filosofia. Oltre ciò, è appassionata di pugilato e tira di boxe nel garage di casa, proprio come suo padre che però ha ucciso ieri per difendere madre, nonna e anche se stessa dall'ennesima aggressione del genitore.

Deborah Sciacquatori, a 19 anni si trova agli arresti domiciliari nell'abitazione familiare di Monterotondo Scalo, paese alle porte di Roma, per l'omicidio volontario del padre, Lorenzo Sciacquatori, 41 anni, ex pugile, un uomo violento, reso ancora più aggressivo dall'uso di alcol e droga.

Alla ragazza potrebbe essere concessa la legittima difesa.

Ragazza uccide il padre violento: cosa sarebbe accaduto

Ieri alle cinque del mattino, si è replicata una sequenza che avveniva spesso in casa Sciacquatori e di cui erano a conoscenza vicini e conoscenti del quartiere, anche se Deborah non ne parlava in giro. Suo padre, ex pugile con una denuncia per maltrattamenti in famiglia nel 2014 e, sempre in quell'anno, un arresto per resistenza a pubblico ufficiale, con un presente fatto di abuso di alcol e droga, l'altra mattina era tornato a casa ubriaco. Voleva a tutti i costi entrare nell'appartamento al secondo piano di una delle case popolari di via Aldo Moro, vicino allo scalo ferroviario di Monterotondo, paese a una ventina di chilometri da Roma.

Atterrite, le donne di casa, sua moglie Antonietta, di 42 anni, con la figlia Deborah e la nonna paterna gravemente malata e con problemi alla vista, hanno deciso di non aprire. Ma l'uomo a colpi di pedate e spintoni è riuscito ad entrare, e ha cominciato ad aggredire le donne a parole e calci. Dopo circa tre ore di trambusto, alle otto del mattino, nonna, madre, figlia e la sorella dell'uomo, nel frattempo accorsa, sono scappate per le scale in pigiama.

Ma varcato il portone, l'uomo le ha raggiunte: ha strattonato l'anziana madre per farla rientrare in casa, e preso a pugni in viso la moglie.

Deborah, temendo il peggio, aveva portato con sé un coltello preso in casa. E' iniziata una colluttazione con il padre: lo ha colpito all'orecchio con il coltello, ma forse la causa della morte potrebbe essere dovuta a un violento pugno con cui l'ha stordito, o alla caduta rovinosa fatta subito dopo da Sciacquatori.

La figlia si è resa conto della gravità della situazione: il padre perdeva abbondante sangue dal naso e dalla bocca. Dopo averlo soccorso e adagiato su una panchina, ha chiamato l'ambulanza. Per l'uomo non c'è stato nulla da fare ed è morto poco dopo in ospedale a seguito di un'emorragia interna. Sarà l'autopsia a fare chiarezza sul decesso. Il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, che ha posto la ragazza agli arresti domiciliari, sta valutando se procedere per legittima difesa: alla luce della condotta aggressiva del padre in un contesto di violenze continue, Deborah avrebbe tentato di proteggere se stessa, la nonna e la mamma.

Un'amica della ragazza: 'Tutti sapevano che era violento'

Che la vittima fosse violenta, lo sapevano Vito e Giovanna, i nonni materni della ragazza, genitori di Antonietta.

"E' vent'anni che va avanti questa storia, quando mia figlia era incinta la picchiava", ha detto la nonna. Sua figlia lo aveva denunciato cinque anni fa, poi, una volta scarcerato, l'uomo era stato riammesso in casa, ma le cose non erano affatto migliorate. Viveva di piccoli espedienti, e spesso al rientro a casa era in preda ai fumi dell'alcol o sotto effetto di stupefacenti, e allora l'uomo, che era in cura al Sert cittadino, diventava violento.

Deborah da anni era terrorizzata da quel padre, secondo molti 'fuori di testa', a cui il comune aveva cercato di dare un lavoro socialmente utile, mentre la famiglia era seguita dai servizi sociali. Oltre alla violenza tra le mura domestiche, c'erano i comportamenti aggressivi tra i residenti.

Più d'uno, ha testimoniato che l'ex pugile chiedeva spesso soldi e se non gli venivano dati, scattavano botte e minacce. Ora la figlia, che tutti considerano in paese una bravissima ragazza e che, per aiutare in casa, si arrangiava a fare un po' tutti i lavori, dall'assistente ai bagnanti, alla barista alla bocciofila locale, è sotto choc. Ieri, interrogata nella caserma dei carabinieri fino alla sera e poi trasferita agli arresti domiciliari, ripeteva stravolta che non voleva fare del male a suo padre, ma solo difendere la nonna e la madre, esausta per le violenze infinite.