Una tragedia nella tragedia, quella accaduta ieri mattina a Monterotondo, in provincia di Roma, dove una ragazza di soli diciannove anni ha ucciso il padre violento con un pugno all'orecchio nel tentativo di difendere se stessa e la madre dall'ennesima aggressione.

L'omicidio

I fatti si sono verificati nella giornata di ieri, domenica 19 maggio, a Monterotondo. Deborah, appena diciannovenne, secondo quanto scrive Leggo, avrebbe sferrato un violento pugno (e non una coltellata, come era trapelato erroneamente in un primo momento) indirizzato all'orecchio del padre a seguito dell'ennesima lite familiare.

Intorno alle cinque del mattino, l'uomo avrebbe fatto ritorno a casa dopo l'ennesima sbronza, cominciando ad inveire contro la compagna, la figlia Deborah e l'anziana madre. Qualche ora più tardi, intorno alle otto, le tre donne insieme all'altra sorella avrebbero deciso di abbandonare il tetto familiare per timore di aggressioni fisiche: è in questo momento che Lorenzo, accortosi delle loro intenzioni, avrebbe ostacolato la fuga delle donne con la violenza, sbarrando loro il passo e aggredendo fisicamente la compagna. A difesa della madre è intervenuta immediatamente Deborah, appassionata di boxe e più volte vittima delle percosse paterne: il colpo all'orecchio non ha lasciato alcuno scampo all'uomo, appena quarantunenne, morto poco dopo in ospedale per un'emorragia interna.

La ragazza, fermata ed interrogata dagli inquirenti, ha subito fornito la sua versione dei fatti, raccontando dell'inferno familiare che da diversi anni a questa parte le avevano rovinato l'esistenza: minacce, insulti, violenza fisica e verbale, di cui molti erano a conoscenza, eppure nessuno si era attivato in maniera significativa per fornirle un aiuto concreto.

La testimonianza della vicina e l'ipotesi della legittima difesa

Lorenzo, ex pugile con la dipendenza dall'alcol, era "un uomo violento e sempre gonfio di vino" - racconta una dei vicini di casa della famiglia Sciacquatori - "picchiava tutti, anche la madre cieca". Questa testimonianza, associata alle prime dichiarazioni di Deborah, consegnano agli inquirenti un quadro familiare complesso, con le donne di casa che più volte erano state vittime di violenza, nonostante le denunce depositate in precedenza per maltrattamento familiare.

La posizione della diciannovenne è ora al vaglio della magistratura, che dovrà valutare se esistano le circostanze per riconoscere alla ragazza la legittima difesa. Un aiuto significativo alle indagini sarà fornito dall'esame autoptico sul corpo del quarantunenne. Deborah è attualmente agli arresti domiciliari e resta a disposizione della Procura.