Si era rifugiata nella casa del nonno, sebbene disabitata e da tempo messa in vendita, nel centro di Rimini: un'abitudine che, secondo le cronache, aveva preso da tempo alla ricerca di tranquillità, specie dopo diverbi in famiglia. E in quella casa la 18enne India Muccioli, nipote di Vincenzo, fondatore della comunità di San Patrignano per il recupero dei tossicodipendenti, è stata trovata senza vita ieri.

A scoprirla è stato il papà, Andrea Muccioli, fino al 2011 alla guida della struttura fondata da suo padre nel 1978. L'uomo era preoccupato perché non riusciva a rintracciare la ragazza.

Sconvolto ha chiamato il 118, ma all'arrivo dei soccorritori ormai non c'era più nulla da fare per sua figlia. Dalle prime indagini sembrerebbe che la giovane sia morta per intossicazione da monossido di carbonio a causa delle esalazioni di un braciere.

Morte di India Muccioli forse causata da monossido di carbonio

Sembrava che India dormisse adagiata su un vecchio divano nella casa del nonno, Vincenzo Muccioli, in via Isotta degli Atti, pieno centro di Rimini: invece il suo cuore aveva smesso di battere forse da ore. A trovarla così è stato suo padre Andrea che, non riuscendo a parlarle al telefonino, era andato direttamente a cercarla nell'abitazione ormai in disuso in cui spesso la figlia trascorreva le giornate perché aveva una copia delle chiavi.

Sabato sera c'era andata per starsene un po' da sola, a seguito di una lite con la madre tipica dell'età adolescenziale: cose da poco, minimizzano gli inquirenti. Forse aveva fatto una piccola festa con amici.

Andrea Muccioli ha avuto la forza di chiamare i soccorsi: si è cercato di rianimarla, ma la ragazza che frequentava il liceo artistico cittadino e avrebbe dovuto sostenere a breve l'esame di maturità ormai era morta.

All'arrivo degli agenti della Squadra Mobile, nell'appartamento c'era un odore acre riconducibile a un barbecue che è stato trovato accanto alla ragazza che probabilmente lo ha usato per scaldarsi. Sul viso di India c'erano segni di fuliggine e c'era nella stanza anche un sacchetto di carbonella aperto.

Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, hanno escluso la presenza di altre persone in casa al momento della tragedia, e quindi l'ipotesi di un delitto che avrebbe reso l'accaduto ancor più tragico.

Il fascicolo aperto dal magistrato, dunque, è finalizzato a determinare le cause della morte della ragazza. Si ipotizza che sia rimasta intossicata dal monossido di carbonio e che sia stato letale il fumo della carbonella. Solo l'autopsia, che sarà eseguita a breve, potrà chiarire i motivi del decesso.

Litigio in famiglia

India aveva avuto un primo litigio venerdì pomeriggio con la mamma. Poi c'era stato un seguito sabato mattina alla presenza anche dei due fratelli più piccoli, Iacopo e Lorenzo, e del papà. Screzi tra figli e genitori di routine nella vita familiare, niente di drammatico, sottolineano gli inquirenti. Però, con quella fermezza tutta adolescenziale, si era impuntata: India aveva preso le chiavi per rifugiarsi nella villetta del nonno, morto nel 1995, da molti anni disabitata, che dista appena mezzo chilometro dall'appartamento al centro di Rimini in cui la ragazza viveva con i suoi.

È stata presa in considerazione l'ipotesi del suicidio, ma nulla sembrerebbe avvalorarla: non sono stati trovati messaggi, né ci sono testimonianze che diano conferme in tal senso.

Al vaglio, però, c'è un diario della ragazza trovato proprio in casa del nonno, in cui India avrebbe scritto frasi pesanti, ma non per forza riconducibili agli ultimi due giorni di vita. Tutto lascerebbe pensare che la 18enne, in quell'ambiente disabitato e perciò molto freddo, abbia usato il barbecue destinato alle grigliate per scaldarsi. Forse si è addormentata e ha respirato i fumi letali fino a perdere conoscenza e non risvegliarsi più.