Una terribile tragedia si è verificata a Brindisi, precisamente in località Restinco, dove nella notte tra sabato e domenica, un migrante di circa 20 anni, ospitato presso il centro per il rimpatrio del capoluogo di provincia adriatico ha deciso di farla finita. Secondo quanto emerso si tratterebbe di un cittadino nigeriano, il quale avrebbe compiuto l'insano gesto con l'ausilio di un lenzuolo: sarebbe morto impiccato infatti. Al momento non si conoscono i motivi che hanno portato la vittima a prendere questa assurda decisione, si sa comunque che il soggetto soffriva già da diverso tempo di problemi psichici.

In precedenza non c'erano stati ulteriori ricoveri.

Allarme lanciato da altri migranti

Secondo quanto riporta il Quotidiano di Puglia, sulle sue pagine online, a lanciare l'allarme sarebbero stato altri ospiti della struttura di accoglienza. L'uomo giaceva ormai privo di vita nella sua stanza, il personale di sorveglianza della struttura è intervenuto nell'immediatezza dei fatti ma purtroppo per il pover'uomo non c'era più nulla da fare. Il dramma ha destato ovviamente sconcerto tra tutti gli ospiti della struttura, nessuno infatti immaginava che si potesse verificare una tragedia del genere proprio in quella struttura d'accoglienza. Purtroppo non è il primo episodio del genere che capita, e probabilmente non sarà neanche l'ultimo.

Lo stesso Car di Restinco, nel corso degli anni, è stato diverse volte al centro della cronaca per fatti legati a gesti di suicidio o autolesionismo. I migranti spesso hanno avuto questi atteggiamenti per poter uscire qualche ora dalla struttura, oppure per altri futili motivi e per protesta. In molti casi si è riusciti ad evitare la tragedia, purtroppo però questa volta le cose sono andate decisamente storte, e all'improvviso un ospite si è tolto la vita in una serata di inizio giugno.

Liti e aggressioni nel centro per il rimpatrio

L'episodio più violento all'interno della struttura in questione si è comunque verificato nel 2011: in quell'occasione ben sessanta migranti riuscirono a fuggire dal Cara, e un agente e cinque militari in servizio permanente presso la struttura vennero feriti. Non ci furono vittime, ma l'episodio riempì le pagine dei giornali locali, soprattutto per la sua gravità.

Negli anni anche alcuni gruppi anarchici hanno fatto capolino davanti al centro per il rimpatrio di Restinco, e hanno lanciato al suo interno di tutto, anche bombe carta. L'obiettivo di tali gruppi era quello di far fuggire i migranti, e di portare questi alla ribellione. Gesti folli che hanno portato comunque a numerose denunce a piede libero.