Continua ancora a far parlare di sé la vicenda di Rocca di Papa, dove il 10 giugno scorso, a causa di una fuga di gas, è esplosa la facciata del municipio situato in corso Costituente. I feriti sono state decine, le vittime due, ovvero il primo cittadino, Emanuele Crestini, deceduto nelle prime ore di oggi e il suo delegato, Vincenzo Eleuteri, deceduto quattro giorni fa. La cittadina è ovviamente straziata dal dolore. Quella mattina gli abitanti della zona hanno sentito un forte odore di gas, poi, all'improvviso, c'è stata la deflagrazione. Un'esplosione violentissima che ha fatto tremare i vetri delle case e anche una scuola a fianco, della quale alcuni bambini sono stati portati in ospedale.
Nessuno di loro, e questa è sicuramente una buona notizia, ha riportato gravi danni. Ma con il passare dei giorni stanno emergendo altri particolari sulla vicenda: uno di questi è legato proprio al sindaco Crestini che a quanto pare era impegnato in una battaglia contro l'inquinamento elettromagnetico della sua zona, che secondo lui era eccessivo.
Report lo aveva invitato
"La redazione di Report si stringe al dolore della famiglia di Emanuele Crestini, sindaco di Rocca di Papa, scomparso oggi a seguito delle complicazioni riportate dopo l'esplosione avvenuta nella sede del municipio". Comincia così il post sulla pagina ufficiale Facebook della trasmissione condotta dal collega Sigfrido Ranucci ogni lunedì sera su Rai 3.
Come ben si sa, il programma in questione conduce delle inchieste su tantissimi argomenti, che spaziano dalla politica fino anche allo sport. Il sindaco Crestini voleva illustrare proprio di fronte alle telecamere di Report il tasso di inquinamento elettromagnetico in alcune zone della città. I valori riscontrati sarebbero stati davvero molto alti, tanto che nell'agosto del 2003 l'allora primo cittadino emise un'ordinanza con la quale intimò lo sgombero del sito di Monte Cavo, lì dove c'è un grosso impianto formato da diversi ripetitori, circa una decina secondo quanto si apprende del Comune.
Tali apparati servono gran parte della regione Lazio.
Una presenza definita ingombrante
La presenza di questi ripetitori, sempre sul sito ricadente nel comune di Rocca di Papa, viene definita una presenza ingombrante. Monte Cavo poi sarebbe una località soggetta anche a vincoli paesaggistici, e plurivincolato sotto i profili paesistico-ambientale, storico-archeologico e idrogeologico in base alla normativa vigente.
Si tratta infatti di una zona molto importante a livello storico, in quanto lì, in epoca romana, sorgeva il tempio di Giove Laziale. Qui si recavano i condottieri dopo le battaglie per celebrare le cosiddette "ovationes". Il 13 novembre del 2014 anche il Tar del Lazio riconobbe piena legittimità all'ordinanza sindacale emessa all'epoca, in quanto si trattava di un atto dovuto in quanto vi era la presenza di opere abusive permanente. Sicuramente su questa vicenda se ne saprà di più nei prossimi giorni o al massimo nelle prossime settimane.