Ci credevano tutti, lui per primo era sicuro che ce l'avrebbe fatta, al punto che appena ricoverato, passando in barella davanti alla sua fidanzata le aveva stretto la mano chiedendole: "Quando esco di qua, mi vuoi sposare?", e lei gli aveva risposto all'istante: "Si, amore". A raccontarlo al Messaggero con gli occhi velati di lacrime è stata Veronica Cetroni, 28 anni, commercialista che da sette anni conviveva con il primo cittadino di Rocca di Papa.
E invece, giovedì sera, dopo dieci giorni di agonia, il sindaco eroe di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, è morto al Centro Grandi Ustioni dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma dove era stato trasferito dal policlinico di Torvergata.
Ha combattuto, ma non ce l'ha fatta. Le ustioni riportate a volto e mani erano gravi, come i danni ai polmoni. Crestini è morto per salvare altre persone la mattina del 10 giugno quando nel palazzo del Comune, ora in parte sventrato e sotto sequestro, c'è stata una violentissima esplosione provocata da una fuga di gas. A causarla, l'errore di una squadra di operai al lavoro che hanno bucato una conduttura di metano. Il Comune ha proclamato tre giorni di lutto cittadino. Le istituzioni, a cominciare dal presidente Mattarella lo considerano un esempio di altruismo.
Il racconto della fidanzata, gli ultimi momenti insieme
"Se fosse scappato, si sarebbe salvato", lo dicono addolorati i dipendenti comunali: alcuni di loro sono sopravvissuti all'esplosione e all'incendio provocati dalla fuga di gas, proprio grazie al loro sindaco.
Il 10 giugno, giorno che resterà per sempre nella memoria della comunità locale, il sindaco ha respirato troppo fumo tossico che gli ha devastato i polmoni. Lo ha raccontato la sua compagna Veronica al Messaggero. Ed è accaduto perché, invece di assecondare l'istinto di sopravvivenza e porsi in salvo, per indole e senso del ruolo istituzionale, Crestini si è inoltrato nell'edificio comunale per far scappare tutti, dipendenti comunali, consiglieri, cittadini, delegati comunali tra cui Vincenzo Eleuteri, 68 anni, che come lui, investito da una fiammata, non ce l'ha fatta.
Eleuteri aveva il 45% del corpo ustionato ed è morto martedì scorso: oggi pomeriggio i funerali.
Tra detriti, calcinacci, fiamme e fumo tossico, il sindaco è uscito per ultimo e non si è arreso. E' svenuto solo quando è stato caricato sull'auto di un consigliere comunale per portarlo al policlinico di Tor vergata. Ma una volta là, appena ridesto, ha chiamato la fidanzata e le ha chiesto di raggiungerlo.
Lei, sconvolta ha attraversato la città di Roma realizzando la gravità dell'accaduto. Lui, con ustioni sul 35% del corpo, appena l'ha vista in barella le ha proposto le nozze. Desiderava vivere, uscire dall'ospedale e coronare il suo sogno di sposare la compagna a cui tutte le mattine portava una rosa colta dal suo giardino che curava personalmente.
E tutti, dalla mamma Wanda agli amministratori, credevano si salvasse: lo vedevano allegro, come sempre, scherzava anche con il personale medico. Trasferito al Centro Grandi Ustioni del Sant'Eugenio, il bollettino medico sembrava migliorare: le ustioni erano passate al secondo grado. Invece, le sue condizioni sono precipitate: giovedì non si è più svegliato dal coma indotto.
Crestini, che era stato eletto sindaco il 20 giugno del 2016, per un feroce scherzo del destino, è morto lo stesso giorno, tre anni dopo. I funerali si terranno lunedì a Rocca di Papa, nel giorno in cui avrebbe compiuto 47 anni.
Al sindaco eroe il saluto delle istituzioni
"Un esempio di coraggio, di altruismo e di generosità nei confronti dei suoi concittadini": così il sindaco è stato ricordato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Alla Camera, il presidente Roberto Fico, ieri ha fatto osservare un minuto di silenzio. E la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, lo ha definito "un uomo coraggioso e altruista". Il prefetto di Roma, Gerarda Pantaleone, si è presa in prima persona l'incarico di chiedere la concessione della medaglia d'oro per il sindaco eroe proposta dal vicesindaco Veronica Cimino e dall'amministrazione comunale.
Poi, il ministro dell'Interno, Matteo Salvini si è a sua volta mobilitato in favore di questo riconoscimento. Messaggi di cordoglio sono arrivati dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, dalle amministrazioni degli altri comuni dei Castelli Romani che hanno annullato manifestazioni in programma nel fine settimana.
Per l'esplosione di gas che ha provocato la morte del sindaco e del suo delegato e il ferimento di 16 persone, ci sono tre indagati: il titolare della ditta di Frosinone, la Tecnogeo, incaricata di fare i sondaggi delle cavità sotterranee, il fratello geologo che era presente sul posto e un suo collega. Sono accusati dalla procura di Velletri di omicidio colposo in concorso, disastro colposo e lesioni gravi colpose.