Avrebbe dovuto compiere 47 anni il prossimo lunedì Emanuele Crestini, sindaco di Rocca di Papa che lo scorso 10 giugno era rimasto gravemente ferito dopo l'esplosione del palazzo comunale della località dei Castelli Romani dovuta a una fuga di gas provocata dalla rottura di una tubatura di metano nel corso di lavori di scavo. Ora con la sua morte, avvenuta giovedì 20 giugno, ci sono tre persone indagate per omicidio colposo.

Crestini si è distinto per un atto di eroismo che gli è costato la vita: è stato l'ultimo a lasciare l'edificio istituzionale per salvare gli altri.

Il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha proposto che gli venga conferita la medaglia d'oro al valore civile.

Esplosione in municipio, il sindaco uscì per ultimo

Era diventato sindaco del comune di Rocca di Papa con la lista civica 'Insieme per Rocca di Papa' un anno fa Emanuele Crestini, dopo aver ricoperto l'incarico di consigliere comunale nei cinque anni precedenti. Lo scorso 10 giugno era nel suo ufficio al terzo piano del palazzo comunale di Corso Costituente quando, intorno alle 11:40, un'esplosione provocata da una fuga di gas ha investito il municipio facendo crollare parzialmente la facciata dell'edificio.

Nella potentissima deflagrazione, che aveva fatto pensare a un ordigno, sono esplosi i vetri delle finestre, si è sprigionato un incendio negli uffici e un calore impressionante.

Tra le fiamme e il fumo tossico, il sindaco è rimasto gravemente ferito perché è stato l'ultimo ad abbandonare l'edificio. "Correte, scappate, andate via", ha gridato Crestini ai dipendenti, tra il fuoco e i calcinacci. Con spirito di servizio e senso del dovere, anziché scappare, si è inoltrato nell'edificio per assicurarsi che tutti, impiegati comunali e cittadini, fossero riusciti a mettersi in salvo.

Quando finalmente è uscito era sanguinante, il volto e gli abiti ricoperti dalla polvere delle macerie.

Trasportato al Centro Grandi Ustioni dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, fin da subito è emersa la gravità della situazione: aveva ustioni sul 35% del corpo, specie al volto e alle mani. Non è mai stata sciolta la prognosi e l'ultimo bollettino medico non lasciava più sperare: è sopraggiunta una crisi respiratoria a seguito di infezioni dovute alle lesioni riportate per la lunga permanenza nell'edificio a contatto con gas tossici e particelle solide sprigionate dall'incendio.

Domenica era morto anche il suo delegato comunale, Vincenzo Eleuteri, 68 anni, che aveva ustioni sul 44% del corpo. In tutto sono stati 16 i feriti per l'esplosione e oltre cento gli sfollati. La cittadina di Rocca di Papa ed altri comuni dei Castelli Romani hanno proclamato il lutto cittadino.

Una laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali conseguita alla Lumsa di Roma nel 2013, Crestini era stato prima commerciante, poi barista al Gran Caffé Roma di Frascati, abbinando la passione politica a quella per i cavalli: ha presenziato agli Internazionali di Equitazione che si sono da poco svolti nel vicino Centro Equestre dei Pratoni del Vivaro. Lascia una figlia.

Sulla sua bacheca Facebook stanno arrivando tanti messaggi di cordoglio di concittadini che lo ricordano sempre disponibile, un uomo semplice e buono che metteva gli altri al primo posto.

Un anno fa, durante la campagna elettorale, aveva soccorso un automobilista con l'auto in fiamme spegnendo l'incendio con un estintore. La porta del suo ufficio era sempre aperta, ma non era un sindaco di scrivania: ad esempio spesso faceva sopralluoghi per verificare lo stato dei lavori. Messaggi di condoglianze sono giunti dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, e dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti.

Rocca di Papa, le indagini

All'indomani della tragedia la procura di Velletri ha iscritto nel registro degli indagati tre persone: il rappresentante legale di una ditta appaltatrice di Frosinone, il tecnico geologo incaricato dei lavori e il geologo al quale il Comune aveva affidato i carotaggi sulla pavimentazione di Corso Costituente per le analisi delle cavità sotterranee.

Ora la loro posizione si aggrava: oltre che di disastro colposo e lesioni gravi o gravissime, sono accusati anche di duplice omicidio colposo.

La mattina dell'esplosione i lavori erano iniziati da un giorno: tre operai nel fare gli scavi avrebbero bucato con una trivella la conduttura di metano, secondo il racconto fatto ai carabinieri da alcuni testimoni che li hanno visti poi scappare via. I militari della compagnia di Frascati hanno rintracciato i tre a circa 150 chilometri di distanza, quasi ad Isernia, e li hanno interrogati per ore con il pm Giuseppe Travaglini. Invece di dare l'allarme, avrebbero ricoperto il foro con uno straccio per poi fuggire. Dal momento della fuga all'esplosione sono trascorsi 40 minuti: in quel tempo, se avvisati, il sindaco e il suo delegato oggi sarebbero vivi.