La nave Alan Kurdi viaggia verso Lampedusa e potrebbe avere la ferma intenzione di accedere al porto italiano, anche senza l'autorizzazione da parte del governo italiano. Cresce, dunque, il rischio che, a breve, ci si potrebbe trovare nuovamente di fronte ad un caso analogo a quello della Sea Watch. In quel caso il comandante Carola Rackete, noncurante del blocco navale della Guardia di Finanza e delle conseguenze a suo carico, ha scelto di portare la sua nave all'interno del porto siciliano. E, nonostante un avviso ufficiale da parte delle Fiamme Gialle, dalla Alan Kurdi arrivano segnali che rendono concreto il rischio che, a breve, potrebbero registrarsi ore di tensione con l'esecutivo italiano e con Matteo Salvini in particolare.

Per evitare confusione occorre ricordare che Alan Kurdi è il nome di un'imbarcazione della Ong tedesca Sea Eye.

GdF a bordo della Alan Kurdi

Matteo Salvini, sin dal suo insediamento al Viminale, ha fatto capire che, con la sua presenza al Ministero dell'Interno, i tempi per le Ong che volessero approdare in Italia sarebbero diventati duri. Un proposito tramutatosi anche in norme, considerato il contenuto dei due decreti sicurezza. La Alan Kurdi, come Carola Rackete e la Sea Watch, potrebbero, però, scegliere di non rispettare quello che sono le norme che si è scelto l'Italia, facendo leva sul codice marino che vedrebbe l'Italia come primo porto sicuro sulla loro rotta, dopo aver salvato una cinquantina di migranti.

"Abbiamo - hanno evidenziato - urgentemente bisogno di un proto sicuro" . Nel tweet in cui è stato veicolato questo messaggio è stato, inoltre, comunicato che, attualmente, l'imbarcazione è in attesa in acque internazionali, ma al largo di Lampedusa. E' stato rivelato, però, che la Guardia di Finanza sarebbe arrivata fisicamente a bordo dell'imbarcazione per notificare personalmente la comunicazione che il porto di Lampedusa, per loro e per effetto del decreto di Salvini, è chiuso.

Ad ore si attendono sviluppi

Occorre ricordare che, anche nel caso della Sea Watch, era ben chiaro che l'Italia non aveva intenzione di accogliere la nave nel porto di Lampedusa. In quel caso il capitano Carola Rackete scelse di forzare il blocco, con una manovra che ancora oggi viene messa sotto accusa per aver messo in pericolo la vita di alcuni finanzieri a bordo di una motovedetta che pattugliava il mare.

Il fatto che la tensione potrebbe salire nasce anche da un tweet arrivato un giorno fa parte del comandante della Sea Eye: "Con 65 persone soccorse a bordo ci stiamo dirigendo verso Lampedusa. Non siamo intimiditi da un ministro dell'interno ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo".