Mentre imperversa la polemica politica sui fatti di Bibbiano, l’inchiesta va avanti con il giusto riserbo. Le indagini dei carabinieri riguardano una serie di finti abusi sui bambini, segnalati dagli operatori dei servizi sociali nel reggiano con lo scopo di togliere i piccoli alle loro famiglie, spesso deboli ed in condizioni di difficoltà, per poterli affidare a coppie giudicate idonee che percepivano sussidi mensili di un importo fino ai 1.300 euro. Secondo il Corriere della Sera, gli inquirenti hanno deciso di controllare non solo i casi emersi fino a questo punto delle indagini, ma ben settanta istruttorie di affidamento, praticamente tutti i fascicoli di cui si sono occupati i servizi sociali in sei comuni della Val d’Enza, compreso Bibbiano.

I sindaci coinvolti nella vicenda

Proprio a Bibbiano si trovava il centro di assistenza ai minori La Cura, quello per cui è finito sotto accusa per abuso d’ufficio e falso ideologico il sindaco Pd del paese, Andrea Carletti. Va ricordato che il primo cittadino è indagato per aver favorito l’utilizzo gratuito dei locali della struttura da parte degli operatori privati della onlus Hansel e Gretel, fin dall’inizio al centro dell’inchiesta, e non per altri reati. Tra le persone che sono finite nel mirino dei magistrati ci sono anche anche altri due ex sindaci, sempre del Partito Democratico: sono entrati marginalmente nella vicenda, dato che anche loro devono rispondere di abuso d’ufficio. Si tratta di Paolo Colli, che amministrava Montecchio, e di Paolo Buran, a capo della giunta di Cavriago ed in passato presidente dell’Unione Val d’Enza.

Le indagini sugli affidamenti dei minori nella zona

A quanto pare in tutta la zona già da tempo il numero di denunce per maltrattamenti in famiglia, poi risoltesi in archiviazioni per mancanza di riscontri, aveva insospettito gli inquirenti. Nonostante i procedimenti si concludessero in un nulla di fatto i bambini venivano allontanati dalle loro case, sulla base di relazioni false che definivano “inaffidabili” i genitori dei piccoli, utilizzando anche le loro testimonianze, spesso falsate da una serie di condizionamenti degli psicoterapeuti che prendevano in cura i bimbi.

Un altro elemento che ha impressionato è stato la modifica dei disegni realizzati dai figli, con aggiunte di elementi che facilitavano l’obiettivo di dimostrare l’esistenza di abusi dei genitori: celebre il caso di quello con un uomo che accarezzava una ragazzina, a cui però qualcuno aveva aggiunto in un secondo momento le lunghe braccia del molestatore.

Per questi motivi il Tribunale dei minori di Bologna ha ordinato la verifica su tutti i fascicoli: nei primi dossier esaminati sarebbero emerse alcune anomalie ed omissioni rispetto al procedimento da seguire.