Lo scandalo di Bibbiano rischia di allargarsi a nuovi e clamorosi casi di affidi irregolari. Ne dà notizia l'edizione online del Corriere della Sera, informando che il Tribunale dei Minori di Bologna starebbe ricontrollando e rivedendo ben settanta fascicoli di affidamenti avvenuti negli ultimi due anni nei sei comuni della Val d'Enza, facenti capo al consorzio dei servizi sociali finito nella bufera.
L'inchiesta scoppiata lo scorso giugno riguarda, infatti, solo sei casi di bambini sottratti alle proprie famiglie a seguito di abusi sospettati di essere stati costruiti a tavolino, al fine di assegnare i minori ad altre coppie.
Il movente di questi casi si sospetta sia meramente economico, poiché chi accoglieva i bimibi, riceveva contributi e sussidi dalle istituzioni che in alcuni casi arrivano fino a 1.300 euro mensili.
Altri 70 sarebbero i casi sospetti che si stanno vagliando nei sei comuni della Val d'Enza
Sotto indagine è finita la rete dei servizi sociali di sei comuni della provincia di Reggio Emilia, capeggiati dalla struttura "La Cura" avente sede nel comune di Bibbiano. Da tempo vi erano sospetti da parte degli investigatori e della locale Procura, riguardo a un numero di denunce per maltrattamenti in famiglia che portavano all'affidamento a terze coppie dei minori. Spesso questi casi si risolvevano con richieste di archiviazione per mancanza di riscontri, ma il calvario di genitori e figli proseguiva ugualmente.
Adesso si cerca di far luce sull'intero lavoro dei servizi sociali, su richiesta del Presidente del Tribunale dei minori di Bologna Giuseppe Spadaro. Saranno rivisti tutti i dossier trattati dai servizi sociali negli ultimi anni. Si parla di circa 70 casi e, secondo il quotidiano milanese, già il primo caso analizzato conterrebbe pesanti "anomalie e omissioni".
Il meccanismo era collaudato: relazioni false per screditare i genitori e farli passare per 'inaffidabili'
Sarebbe stato individuato, infatti, un affido non concertato con la Procura, contravvenendo alla sentenza che prevedeva invece il coinvolgimento dei giudici. D'altronde è proprio il meccanismo usato dagli assistenti sociali a essere nel mirino delle indagini attualmente in corso.
Secondo l'accusa, infatti, venivano redatte delle relazioni false per screditare i genitori e poterli definire "inaffidabili". Inoltre ci sarebbero stati dei condizionamenti degli psicoterapeuti sui minori per consentire di dimostrare tesi completamente opposte alla realtà.
Attualmente sono ben 29 le persone indagate a vario titolo. Oltre a vari operatori, dirigenti e consulenti della rete dei servizi sociali, il caso è anche politico per via della presenza di tre sindaci o ex sindaci, tutti del PD: uno è Andrea Carletti di Bibbiano gli altri due sono Paolo Colli (Montecchio) e Paolo Buran (Cavriago).