La nike ha deciso di ritirare dal mercato le Air Max Fourth of July. Le sneaker lanciate proprio per celebrare il "Giorno dell'Indipendenza" (il 4 luglio) si caratterizzano per la presenza, sul retro della Betsy Ross Flag, la bandiera americana utilizzata tra il 1777 il 1795. In molti, giudicando il simbolo razzista, hanno puntato il dito contro il colosso delle scarpe da ginnastica; l'ex stella della Nfl, Colin Kaepernick, le ha definite offensive.
Air Max 1 Quick Strike Fourth of July
Nike, multinazionale americana leader nello sportswear, ha commesso un passo falso.
In occasione del 4 luglio, l’Indipendence Day, la festa simbolo degli Stati Uniti d'America, ha deciso di lanciare un modello patriottico a "edizione limitata": le "Air Max 1 Quick Strike Fourth of July". Le sneakers, in vendita al prezzo di 140 dollari, sono decorate con la prima bandiera americana, la Betsy Ross flag, e per questo hanno sollevato un vero e proprio polverone mediatico.
Usato dal 1777 al 1795 - durante la schiavitù - il vessillo è stato formalmente abolito nel 1865 e, a differenza dell'attuale bandiera conteneva, disposte a cerchio, solo 13 stelle rappresentanti le Tredici colonie che andarono a creare il primo nucleo degli States che, proprio 4 luglio 1776, proclamarono l'indipendenza.
Insomma, la Betsy Ross flag, ricorda una delle pagine più buie della storia a stelle strisce e, da molti, sono considerate un vero e proprio simbolo razzista. Negli anni scorsi, infatti, la bandiera è stata adottata anche da alcuni gruppi di estrema destra inneggianti alla supremazia dei bianchi.
L'ira di Kaepernick: 'Offensive'
Colin Kaepernick, ex quarterback dei San Francisco 49ers e volto delle campagne "Just do it" ha subito criticato le Air Max 1 Quick Strike Fourth of July e ha dichiarato, senza mezzi termini, che la Nike non dovrebbe mai vendere delle sneakers decorate con un simbolo offensivo per tutti gli afroamericani e per tutte le persone civili.
Kaepernick, da sempre molto attivo nella lotta contro le ingiustizie, nel 2016 ha dato origine alla cosiddetta "protesta dell’inno", rifiutando di rimanere in piedi durante il The Star-Spangled Banner. Da allora però non è più stato ingaggiato da nessuna squadra dell’NFL.
Believe in something, even if it means sacrificing everything. #JustDoIt pic.twitter.com/SRWkMIDdaO
— Colin Kaepernick (@Kaepernick7) 3 settembre 2018
La Nike in un comunicato ha spiegato di voler sospendere le vendite delle Air Max 1 Quick Strike Fourth of July e ha già chiesto ai rivenditori di rimandare indietro le scarpe in magazzino. Ormai, però, il danno è stato fatto: la multinazionale ha perso più di un punto percentuale del suo titolo a Wall Street ed il governatore dell’Arizona, il repubblicano Doug Ducey, ha già annunciato di voler ritirare gli incentivi concessi per la costruzione di un nuovo stabilimento (che avrebbe dato lavoro a circa 500 persone). Su Twitter dicendosi imbarazzato per la Nike ha commentato: "Non ci sono parole per esprimere il mio disappunto per questa terribile decisione":