Attorno al caso Sea Watch si sono levante tante voci. L'atto di Carola Rackete di forzare il blocco navale italiano, con tanto di manovra che avrebbe messo in pericolo gli uomini a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza, ha generato reazioni e pensieri differenti: c'è chi ritiene il gesto del capitano tedesco un qualcosa che si macchia del crimine di violare le leggi sia marine che italiane e chi, invece, sostiene che la scelta di non tenere conto delle conseguenze rappresenti un atto di coraggio da parte di chi mirava a tutelare la vita dei quaranta migranti a bordo della sua imbarcazione.
Chi ha voluto difendere Carola Rackete è la cantante Emma Marrone che, attraverso i suoi profili social, ha esternato un pensiero che ha generato una reazione particolarmente violenta, sul piano dei toni, da parte di un nutrito gruppo di utenti della rete.
Emma non tollera gli insulti rivolti alla donna
Nel mirino di Emma Marrone è finita, più che altro, la reazione avuta da certa gente al momento dell'arresto di Carola Rackete. Sui suoi profili, infatti, ha postato un video in cui l'arrivo a Lampedusa della donna tedesca è stato accolto con epiteti irripetibili, inneggianti al sessismo ma anche a eventuali violenze. Questo è diventato il presupposto da cui è partita la scelta di Emma Marrone di manifestare la propria solidarietà e vicinanza nei confronti del comandante della Sea Watch: "Solo una parola.
Vergogna" esordisce così, scagliandosi con chi ha utilizzato poco urbani nei confronti di una ragazza. "L'ignoranza - ha proseguito - che prende il sopravvento sui valori e sul rispetto di ogni essere umano". Particolarmente significativa è risultata la chiosa: "Stiamo sprofondando in un buco nero. Che amarezza". Condivisione del pensiero che è arrivata da colleghe come Paola Turci e Fiorella Mannoia che, qualche tempo fa, non aveva mancato di essere protagonista di una polemica a distanza con il Ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Effetto boomerang per Emma Marrone
Di fronte al pensiero espresso da Emma Marrone non sono mancati quelli che ne hanno condiviso la sostanza. Come accade in questi casi, però, a fare più rumore sono stati senza dubbio i detrattori che hanno usato il turpiloquio per manifestare dissenso o comunque auguri poco edificanti. C'è chi l'ha invitata a cantare perché a governare ci pensano gli altri e chi, invece, immaginando un suo sostegno all'accoglienza le ha detto: "Portateli tu a casa".
Particolarmente rumorosi sono stati gli insulti, ad esempio qualcuno ha scritto: “Povera s******. Rispetta la tua nazione e la tua terra prima di aprire la bocca”, altri addirittura: "C*****, canta che ti passa".