Nelle campagne di Putifigari, ad Alghero, in un luogo praticamente inaccessibile in località “Scala Mala”, avevano allestito una vera e propria piantagione di marijuana con tanto di irrigatori, pannelli solari e serbatoi d’acqua. Per un totale di 70 piante alte e rigogliose, dal peso di oltre 35 chili e dal valore di migliaia e migliaia di euro. I due presunti responsabili, due uomini le cui generalità non sono state svelate per motivi d’indagini, sono stati arrestati la scorsa mattina dai militari della compagnia e della sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Alghero.

I due presunti coltivatori sono stati bloccati dagli uomini in divisa, dopo un lungo appostamento notturno, mentre trasportavano per poi farle essiccare alcune piante di marijuana, appena estirpate dal terreno. Ora dovranno essere processati per direttissima con la pesante accusa di “coltivazione di droga”, si legge nelle carte. Nell’attesa dell’udienza, il pubblico ministero di turno della Procura della Repubblica di Sassari ha disposto gli arresti domiciliari. La piantagione è stata sequestrata in attesa di essere estirpata.

I controlli aerei

La piantagione di marijuana sequestrata nelle campagne di Alghero è stata individuata grazie ai mezzi aerei della sezione aerea della Guardia di Finanza di Elmas.

Gli investigatori infatti abitualmente sorvolano l’isola per tenere sotto controllo le possibili piantagioni illegali. Come appunto quella sequestrata la scorsa mattina nelle campagne di Putifigari, grazie ai servizi di perlustrazione ed osservazione messi in piedi dai finanzieri. Le 70 piante di marijuana infatti si trovavano all’interno di una vera e propria gola, a due passi da un ruscello da dove veniva prelevata una parte dell’acqua che serviva per annaffiare: insomma una zona davvero inaccessibile e soprattutto nascosta.

Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno dovuto faticare per raggiungere la coltivazione che era organizzata in maniera impeccabile. Era stato infatti creato un vero e proprio luogo di essiccazione, stoccaggio e preparazione della sostanza stupefacente, con tanto di pannelli solari per riscaldare le piante autonomamente. In più era stato organizzato un impianto d’irrigazione efficientissimo che permetteva ai coltivatori di passare poco tempo nel terreno.

Coltivazione ed essiccazione

Secondo quanto accertato dagli uomini della Guardia di Finanza la coltivazione era divisa in due aree. La prima zona, completamente autonoma, era organizzata con pannelli solari ed un impianto idrico automatico a goccia. Che era stato collegato ad una sorta di pompa ad immersione e che permetteva il flusso dell’acqua anche senza la presenza di nessuno. Insomma i due dovevano solo preoccuparsi di raccogliere le piante e non di annaffiarle. Nella seconda zona invece era stato ricavato, in una sorta d’incavo naturale, un vero e proprio magazzino al cui interno venivano fatte essiccare le inflorescenze ottenute dalle piante. Nelle vicinanze c’era anche un grosso serbatoio d’acqua da circa mille litri, che era stato sistemato nel caso in cui nel ruscello potesse venire a mancare l’acqua.

L’arresto dei due uomini è avvenuto in seguito ad un servizio di vigilanza effettuato dalle Fiamme Gialle per più di 24 ore. Gli agenti infatti quando avevano scoperto la piantagione non avevano trovato nessuno. Soltanto dopo parecchie ore, all’alba, si erano fatti vivi i due arrestati che sono stati pedinati e scoperti mentre trasportavano alcune piante di marijuana.