La rocambolesca vicenda giudiziaria di Tekashi 6ix9ine continua a far discutere in tutto il mondo. Le ultime notizie sono relative alla possibilità che il rapper newyorchese di origine messicana e portoricana, detenuto da circa un anno e accusato di reati federali gravi – estorsione, affiliazione a gang criminale, spaccio e rapina, solo per citarne alcuni – potrebbe tornare in libertà prima della fine del 2019.

Il giudice accoglie la richiesta dei legali di 6ix9ine

Stando a quanto riferiscono i media americani, il giudice del processo alla gang criminale della 'Nine Trey Bloods', in cui il rapper recita il doppio ruolo di imputato e collaboratore di giustizia, avrebbe accolto la richiesta dei legali di Daniel Hernandez – questo il vero nome dell'artista classe 1996 – di anticipare la sentenza al 18 dicembre 2019, all'incirca un mese prima rispetto a quanto preventivato, dato che la prima sentenza era stata fissata per il 24 gennaio del 2020.

Il reo confesso 6ix9ine rischia, almeno a livello teorico, una condanna a ben 47 anni di carcere, ma con ogni probabilità la sua decisione di collaborare con le autorità gli permetterà di ottenere uno sconto di pena a dir poco significativo, secondo molte fonti il rapper potrebbe addirittura tornare in libertà subito dopo la lettura della sentenza. Tutto dipenderà da quanto i giudici riterranno utili le informazioni fornite dal giovanissimo e altrettanto famoso artista americano.

La confessione avrebbe già contribuito a far condannare due membri della 'Nine Trey'

La confessione del rapper, sempre stando a quanto riportano i media d'oltreoceano, si sarebbe già rivelata molto utile per condannare due membri della sopracitata gang.

Di conseguenza le autorità americane hanno ipotizzato che 6ix9ine, una volta liberato, sarebbe dovuto entrare a far parte del Programma di Protezione Testimoni dell'FBI, che comprende, oltre ad una scorta per il collaboratore di giustizia ed i suoi cari, anche la vera e propria creazione di una nuova identità, fondamentale per rendere irreperibile il pentito, che, in questo caso specifico, avrebbe già ricevuto numerose minacce.

Il piano di 6ix9ine: tornare subito a fare musica per sfruttare l'eco mediatico della sua vicenda giudiziaria

Inaspettatamente però il rapper avrebbe già manifestato la volontà di non entrare a far parte del Programma di Protezione Testimoni, sia perché non riterrebbe concretamente pericolose le minacce fin qui ricevute, ma anche e soprattutto perché il suo scopo, una volta tornato effettivamente in libertà, sarebbe quello di tornare il prima possibile a fare musica, sfruttando l'ulteriore fama – vantava centinaia di milioni di visualizzazioni su YouTube già prima dell'inizio del processo – conferitagli da questa vicenda, che sta avendo enorme risalto mediatico in tutto il mondo, non a caso è già in lavorazione un documentario a riguardo, che sarà prodotto dal collega e concittadino 50 Cent.