Ieri, mercoledì 30 ottobre, l’esercito degli Stati Uniti ha diffuso alcune delle riprese aeree delle operazioni che hanno portato alla morte dei Abu Bakr al-Baghdadi e alla distruzione degli edifici che lo ospitavano. È stato mostrato un video in bianco e nero, e dalle immagini molto sgranate, in cui si vedono militari americani in un confronto a fuoco con dei militanti e uno in cui la struttura, dopo esser stata evacuata, viene rasa al suolo tramite un bombardamento. Questo, ha spiegato il Generale Kenneth McKenzie in una conferenza al Pentagono, per evitare che l’edificio (nel nord della Siria, lungo il confine turco) diventasse meta di pellegrinaggio.

Nel descrivere lo svolgimento dell’operazione il militare ha riportato che quattro donne equipaggiate di giubbotti esplosivi e un uomo sono stati uccisi all’interno della struttura e che un numero imprecisato di miliziani è stato ucciso dopo aver aperto il fuoco verso gli elicotteri statunitensi. Ha tenuto però a precisare che nonostante la pressione e la natura dell’operazione è stata presa ogni precauzione per evitare vittime civili a proteggere i bambini che si supponeva fossero nell’edificio.

Il Generale McKenzie non ha però potuto confermare la vivida descrizione presentata dal Presidente Trump – sopra le righe, come nel suo stile, molto criticata e messa in discussione anche per quanto riguarda la veridicità.

Ha detto che Baghdadi era strisciato in un tunnel portandosi due bambini (e non tre come precedentemente affermato) e che si è fatto saltare in aria mentre i suoi uomini rimanevano sul campo, e ha commentato “basandovi su questo comportamento potete dedurre che tipo di persona fosse”.

Il militare ha confermato che l’identificazione del leader dell’ISIS è avvenuta tramite la comparazione del DNA, di cui avevano campioni risalenti ai tempi della sua prigionia in Iraq nel 2004.

I resti di al-Baghdadi sono stati gettati in mare nell’arco delle 24 ore dalla sua uccisione.

La morte di Baghdadi non è la fine dell'ISIS

Sebbene non ci si debba illudere che quest’operazione abbia decretato la fine dell’Isis, e che una reazione da parte degli estremisti è attesa, McKenzie ha dichiarato che ora che l’organizzazione terroristica è senza una guida dovrà aspettare prima di trovare una nuova leadership e che le sue azioni di aggressione saranno meno efficaci e disgiunte.

Il Generale ha negato che la tempistica del raid di sabato scorso sia stata dettata dall’ordine Trump di ritirare le truppe statunitensi dalla regione, ma che è stata determinata da una serie di fattori, come le condizioni atmosferiche e il calendario lunare.

McKenzie ha inoltre riconosciuto il contributo di intelligence fornito dalle Forze Democratiche a guida curda e quindi il loro coinvolgimento nell’operazione ma ha anche aggiunto che non hanno preso parte al raid.