"C'è troppo odio contro gli agenti, temo che si riapra la stagione che ha preceduto il terrorismo": a dirlo è Rita Dalla Chiesa, giornalista e conduttrice, che tutti gli italiani conoscono per essere la figlia del generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia a Palermo il 3 settembre del 1982. Oggi,a Trieste si celebrano i funerali di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due poliziotti uccisi da Alejandro Augusto Stephan Meran, 29 enne di origine dominicana affetto da disagio psichico che era stato fermato perché ritenuto responsabile di una rapina avvenuta in mattinata.

Dai giorni della tragedia non mancano le polemiche alimentate da una parte dal 'silenzio' sui fatti di Trieste del giornalista Roberto Saviano che ha poi detto di aver preferito commentare nuove morti in mare a Lampedusa, dall'altra da un intervento del cuoco Chef Rubio sui social, che aveva definito i poliziotti caduti come vittime perché "impreparati" a causa di mancanze nella formazione che lo Stato dà ai suoi agenti. In un'intervista, Rita Dalla Chiesa ha definito entrambi "dei poveracci".

Rubio e Saviano e 'le nuove monetine buttate addosso agli agenti nel '68'

A luglio, l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, a Roma. La settimana scorsa, a Trieste, l'uccisione degli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego.

In tutti e due casi sono montate polemiche: nel primo, Saviano aveva parlato di "orrido strumento politico contro i migranti", invece nelle ore dell'ultima duplice tragedia, Chef Rubio ha incolpato via social i "vertici di un sistema stantio che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente". Parole crude che hanno indignato Gianluca Demenego, fratello di uno dei due poliziotti uccisi, e Rita Dalla Chiesa.

In un'intervista rilasciata lo scorso lunedì al quotidiano La Verità, diretto da Maurizio Belpietro, l'ex conduttrice di Forum, dopo aver spesso difeso l'Arma, ha nuovamente preso posizione a favore delle Forze dell'Ordine. Ha infatti detto che l'uccisione di un carabiniere è considerata a volte come un reato minore e che c'è un clima d'odio verso gli agenti di polizia, aggiungendo che teme il ritorno a quello stesso clima di disprezzo verso le divise che caratterizzò gli anni prima dell'avvento del terrorismo, e individua anche dei responsabili.

Le parole dello scrittore Roberto Saviano come quelle di chef Rubio, per Dalla Chiesa sarebbero equivalenti alle monetine che venivano gettate addosso alla polizia nel '68 e che vennero scagliate sulla bara di Antonio Annarumma, poliziotto ucciso un mese prima della strage di piazza Fontana.

A proposito degli intellettuali di sinistra, li ha definiti "circoli di poveracci" alimentati da un sistema che li fa camminare "su un tappeto rosso". Nel Paese, secondo la giornalista, c'è un eccesso di garantismo al punto che molti preferirebbero chi delinque, anziché chi protegge i cittadini, e per questo un pericolosissimo ritorno al passato quando le forze erano denigrate.

'Salvini e Meloni, unici politici da apprezzare'

L'intervista continua con alcune considerazioni politiche. Per la conduttrice, questo clima sarebbe causato da una Politica incapace di dare ascolto ai cittadini che chiedono più sicurezza e rispetto. Ecco perché gli unici politici che secondo lei meritano stima sono Giorgia Meloni e Matteo Salvini mentre ha bocciato tutti gli altri, anche l'operato della sindaca di Roma, Virginia Raggi . "Almeno loro non hanno tradito", ha chiosato Dalla Chiesa proponendo di parlare anziché dell'inflazionato Papeete, locale di Milano Marittima dove Salvini ha trascorso molte giornate estive, degli intellettuali che soggiornano a Capalbio dove gli immigrati non sono stati accolti.

Di Salvini inoltre la Dalla Chiesa ha detto che è stato l'unico ad occuparsi della sicurezza del Paese, che è stato criticato e preso in giro in modo ingiusto. Ad esempio, la storia delle felpe dei carabinieri o delle fiamme gialle: Salvini le indossava, secondo Rita, per mostrare vicinanza alle forze dell'ordine. Giorgia Meloni poi, per la figlia del generale, sarebbe stata oggetto degli attacchi sessisti di Lilli Gruber quando l'ha intervistata nel suo programma Otto e Mezzo; inoltra ha criticato la collega per il suo stile giornalistico caratterizzato da pregiudizi e aggressioni verbali.

Di suo padre ha riferito che sono stati riconosciuti l'operato e la dedizione all'Arma con grave ritardo.

Solo quest'anno, per la prima volta, è stata centrata su di lui una traccia all'esame di maturità. L'intervista si chiude con un riferimento al suo libro 'Mi salvo da sola' appena presentato a Cuneo: la Dalla Chiesa è rimasta interdetta perché in quello stesso giorno e alla stessa ora l'ex ideologo delle Brigate Rosse, Renato Curcio, presentava il suo a Modena, dicendosi rammaricata di non essere stata lì a fargli le domande che ha dentro da troppo tempo.