Un'agitazione è stata proclamata e messa in atto dai poliziotti penitenziari della Casa Circondariale "Bicocca", a Catania, ieri, giovedì 31 ottobre. La protesta di sindacati e lavoratori si è svolta per tutelare i diritti degli operatori del comparto giustizia. I manifestanti hanno infatti parlato di "diritti compromessi e calpestati" e richiesto rispetto ed ascolto.
Tra i partecipanti alla manifestazione anche Armando Algozzino, S.Commissario nazionale Uil Pubblica Amministrazione PolPen, Domenico Nicontra, segretario generale aggiunto O.S.A.P.P., Antonella Orlando, vice segretario regionale Uil Pubblica Amministrazione PolPen Sicilia e Dario Quattrocchi, segretario regionale siciliano O.S.A.P.P.
Un disagio senza fine
A dare notizia del sit-in davanti al carcere catanese sono state le sigle sindacali Uilpa PolPen (Polizia Penitenziaria) e O.S.A.P.P. che, nella giornata di ieri, hanno manifestato davanti all'ingresso della struttura detentiva, la quale rappresenterebbe l'emblema di una gestione per nulla attenta della "res publica" da parte della Pubblica Amministrazione.
Oggetto della protesta è stata, secondo i sindacati, la carenza assai grave di risorse, sia umane che strumentali, aggravata da una delle più immemori e "scellerate gestioni dell'Amministrazione statale" mai verificatesi negli ultimi anni. Accuse pesanti, precise e per nulla edulcorate, quelle che le sigle sindacali hanno sintetizzato in diversi punti ribaditi durante la manifestazione.
Tra questi ci sarebbe un deficit del personale impiegato presso la struttura Bicocca, ma anche le condizioni strutturali e organizzative totalmente incompatibili con il benessere del personale, con particolare riferimento al servizio mensa e alle basilari forniture per la pulizia e l'igiene, nonché la mancanza dei più importanti presidi igienici per la salubrità degli ambienti in cui il personale giornalmente opera.
A pesare sulla decisione dei sindacati di attuare il sit-in, la disposizione emessa dalla Direzione di togliere al personale penitenziario l'arma di ordinanza al di fuori delle aree detentive: decisione che, insieme ad altre scelte in ambito gestionale, ha oltretutto escluso le organizzazioni sindacali da un possibile confronto e, come diretta conseguenza, non ha tenuto in considerazione le esigenze dei lavoratori.
In merito al "disarmo" degli agenti di Polizia penitenziaria da parte della Direzione, lo scorso 17 ottobre, Armando Algozzino si era pronunciato con notevole disappunto a riguardo, considerando tale disposizione "un fatto gravissimo considerato che, fuori dal muro di cinta, ha inizio l'area detentiva vera e propria".
"Si tratta - ha concluso il sindacalista - di un divieto in forte contrasto con il principio fondamentale di sicurezza che deve prevalere su qualsiasi altra necessità".