Stavano correndo, in auto, in soccorso di un amico, quando la loro automobile è uscita di strada ed è finita in un fossato. Davide Zavattin, 38enne ausiliario dei vigili del fuoco, è morto così. Il tragico incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, domenica 10 novembre, appena fuori l'abitato di Cinto Caomaggiore, piccolo comune alle porte di Venezia.

Il tragico schianto

Un amico aveva manifestato propositi suicidi e Davide, artigiano e pompiere ausiliario dai tempi del servizio militare, non ci ha pensato due volte ed è corso in sua aiuto, in compagnia di una ragazza M.D.

(25 anni), volontaria della Croce Rossa originaria di Summaga (frazione del comune di Portogruaro).

La giovane, figlia di un conosciuto imprenditore edile veneto, era alla guida, ma appena uscita dall'abitato di Cinto Coamaggiore, all'altezza di via Venezia, per cause in fase di accertamento, ha perso il controllo della sua Volkswagen ed è finita in un fossato pieno d'acqua.

L'allarme è stato dato intorno alle ore 18 da un automobilista di passaggio che ha notato l'auto rovesciata. Sul posto, sono intervenuti prontamente i vigili del fuoco di Portogruaro e di Motta di Livenza (cittadina in provincia di Treviso) ed il personale del Suem 118. Dopo aver messo in sicurezza la vettura, i pompieri, hanno provveduto ad estrarre dalle lamiere contorte i due passeggeri.

La volontaria della Croce Rossa, dopo essere stata stabilizzata dal personale medico sanitario, è stata accompagnata in ospedale. Per Davide, invece, non c'era già più nulla da fare: è morto sul colpo.

La dinamica del tragico incidente è ancora tutta da chiarire: nessun testimone, infatti, ha assistito al terrificante schianto.

M.D., però è già stata ascoltata dagli inquirenti e, secondo il suo racconto, l'auto avrebbe sbandato a causa dell'elevata velocità (il contachilometri dell'auto, secondo i primi rilievi, avrebbe segnato i 145 km/h). Per stessa ammissione della donna "viaggiavano a tavoletta" perché volevano raggiungere al più presto il loro amico ed impedirgli, così, di compiere un gesto estremo.

'Fiero di essere un vigile del fuoco'

Davide Zavattin viveva a Cinto, ma era originario a San Vito al Tagliamento (in provincia di Pordenone). Era un artigiano libero professionista - lavorava il marmo nell'azienda del padre - ma fin da ragazzo era un vigile del fuoco ausiliario. Per tutti era un uomo buono, dotato di uno straordinario spirito altruista. Un collega, in un post social, ha ricordato il suo carattere allegro, la sua disponibilità ed il suo grande cuore. "Ha lasciato un vuoto enorme all'interno di quel capannone - ha aggiunto facendo riferimento alla locale sede del Corpo nazionale dei vigili del fuoco - ma resterà sempre nei nostri cuori".

Qualche giorno fa, dopo aver appreso che tre giovani pompieri erano morti in un'esplosione, vicino ad Alessandria, Davide aveva condiviso un post su Facebook. Si era detto addolorato per la perdita in servizio di tre colleghi e, dopo aver espresso vicinanza e condoglianze alle famiglie delle vittime, aveva dichiarato: "Fiero di essere un vigile del fuoco":