Graziano Zangari, il 46enne calabrese fermato per l'omicidio di Chiara Corrado, 40enne pisana, era iscritto ad un gruppo social "antiviolenza". L'uomo è accusato di aver sfondato con un martello la testa della compagna e di averne nascosto il corpo in una roulotte abbandonata a Torre del Lago, unica frazione del comune di Viareggio (Lucca). Il femminicidio sarebbe avvenuto tra fine luglio e la prima metà di agosto.

Il presunto omicida iscritto ad un gruppo antiviolenza

Graziano Zangari, operaio edile di San Nicola Arcella, piccolo centro in provincia di Cosenza, è rinchiuso nel carcere di Paola da giovedì: per disposizione del sostituto procuratore Aldo Ingangi, il fermo si è trasformato in arresto.

Il 46enne, martedì comparirà davanti al giudice per l'indagine preliminare per l’interrogatorio di garanzia (che probabilmente avverrà per rogatoria con la procura lucchese). L'accusa a cui è chiamato a rispondere è omicidio aggravato e occultamento di cadavere

Nelle scorse ore è emerso un particolare che rende ancora più agghiacciante il terribile delitto. Zangari, dieci anni fa (il 10 settembre del 2009, per la precisione) si è iscritto ad un gruppo Facebook che celebra la "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne" (che ricordiamo, ricorre proprio domani, lunedì 25 novembre). Che cosa avrebbe spinto una persona che si dichiarava contraria a qualsiasi tipo di abuso e si riconosceva in determinati valori, ad uccidere la propria compagna con una pesante mazza da muratore?

Gli inquirenti hanno ipotizzato che, negli ultimi anni, l'operaio trapiantato in Toscana e Chiara siano stati risucchiati in una spirale di miseria e degrado (dovuta anche ad un abuso di sostanze stupefacenti).

L'omicidio

Domenica scorsa, in una roulotte abbandonata nei campi del territorio viareggino di Torre del Lago, tra il cavalcavia Arcobaleno e Bicchio, sull’Aurelia, è stato rinvenuto il corpo senza vita di Chiara Corrado, 40enne pisana residente , almeno formalmente, a Saltocchio.

Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, era stato nascosto in un telo di plastica e sigillato con il nastro adesivo. Secondo quando ricostruito dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e dagli uomini della Compagnia di Viareggio il delitto si sarebbe consumato tra la fine di luglio e l'inizio del mese di agosto.

Durante quest'arco di tempo, Graziano Zangari e Chiara avrebbero cenato insieme nel container che occupavano da qualche mese, tra via XX Settembre e via della Ferrovia. Forse, al culmine di una lite scoppiata per motivi di gelosia, l'operaio avrebbe colpito la compagna con una mazza da muratore, sfondandole la testa. Poi, dopo averle legato le mani e i piedi, ha chiuso corpo in un telo di plastica e l'ha abbandonato nella roulotte (chiudendola dall'esterno con un lucchetto). Zangari, sarebbe poi in rientrato in Calabria dove, come se nulla fosse, ha ripreso la sua vita.