"È il più bel regalo di Natale che potessimo avere". Non riescono a trattenere la gioia papà Cristiano e mamma Filomena. Il loro piccolo Gabriele ("Gabry little hero") è stato finalmente dimesso dagli Spedali civili di Brescia. Il bimbo, unico in Italia ad essere affetto da Sifd (una rarissima e gravissima malattia), nelle scorse settimane era stato sottoposto ad un trapianto di midollo. L'intervento, perfettamente riuscito, è stato reso possibile grazie ad un donatore rimasto anonimo.
'Una gioia immensa'
Gabriele potrà trascorrere il Natale circondato dall'amore di mamma, papà e sorellina.
"Una gioia immensa" hanno dichiarato, con le lacrime agli occhi i genitori del piccolo, Il bambino di due anni di origine napoletana è stato dimesso dopo una lunga, e difficile, degenza. Lo scorso 12 novembre è stato sottoposto ad un delicato trapianto e, tramite infusione di sangue, ha ricevuto le cellule emopoietiche del suo donatore. Trovare una persona compatibile su centomila non era stato per nulla semplice: per mesi, i genitori avevano lanciato accorati appelli.
"Gabry little hero" (così lo hanno soprannominato mamma e papà che, per lui, hanno aperto una pagina Facebook) è un bimbo molto speciale: è, infatti, l'unico in Italia a soffrire di Sifd, una patologia genetica gravissima, caratterizzata da anemia sideroblastica con immunodeficienza delle cellule B, febbri periodiche e da un forte ritardo dello sviluppo.
Lo scorso aprile, mamma Filomena Rinaldi, disperata, aveva reso noto il dramma che aveva colpito la sua famiglia. "L'unica strada di guarigione - aveva concluso - è il trapianto di midollo osseo". Una strada, che si è rivelata non priva di insidie e rischi, ma che era l'unica percorribile per salvare il piccolo.
La famiglia riunita a Natale
Gabriele ha superato il trapianto con successo. "Ora - ha spiegato il papà - sta bene, ma dobbiamo prendere ancora tantissime precauzioni". Poi, ha ricordato che dopo quasi un mese di lontananza forzata, finalmente, può nuovamente toccarlo: "Scoppio di felicità - ha continuato - avreste dovuto vederlo in auto: non stava più nella pelle, per la gioia, urlava.
All’inizio non riusciva a capire se poteva toccarmi: allungava e ritirava le manine. Quando, però l'ho preso in braccio, ha finalmente capito che il periodo di lontananza è finito. Dobbiamo solamente recuperare il tempo perso".
Il bimbo, per ora, non potrà rientrare a casa, a Milano: bisogna superare i "cento giorni". E, come ha sottolineato il direttore del reparto di Oncoematologia Pediatrica, il dottor Fulvio Porta, il piccolo dovrà rimanere in osservazione per qualche tempo. Però, ora, il peggio sembra essere passato. Gabriele, per ora, vive con mamma e papà in una casa-alloggio vicino agli Spedali Civili di Brescia (l'appartamento è stato messo a disposizione dalL'Abe, Associazione bambino emopatico) e, tra poche settimane, a Natale, potrà riabbracciare anche la sorellina gemella Benedetta (al momento, infatti, è ancora troppo debole). "La famiglia riunita - ha affermato papà Cristiano - sarà il coronamento del dono".