Pochi giorni fa il papà di Elisa Pardini, una bimba affetta da leucemia mielomonocitica infantile, una grave forma di tumore, ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook annunciando che la piccola ha ricevuto un nuovo trapianto di midollo osseo.

Una lunga battaglia lontana da casa

La bambina, che ha cinque anni e mezzo, da quasi tre anni lotta contro la sua malattia ed è ricoverata da oltre due anni nel reparto oncologico infantile dell'ospedale Bambin Gesù di Roma, seguita dal professor Franco Locatelli e da tutta la sua squadra medica. La leucemia di cui è affetta è rarissima, colpisce solo uno o due bambini su un milione e si può guarire soltanto attraverso il trapianto di midollo osseo.

Grazie alla condivisione della sua storia, moltissimi potenziali donatori hanno aderito all'ADMO, l'Associazione dei Donatori di Midollo Osseo.

Prima di questo calvario, papà Fabio e mamma Sabina vivevano a Pordenone, a 400 km dalla Capitale. Lui è un imprenditore e lei un'infermiera. In più di un post, l'uomo ringrazia le persone, le associazioni e le parrocchie che, con la loro solidarietà, gli hanno permesso di poter stare sempre accanto alla loro piccola a Roma e sostenerla in questa dura lotta. Anche personalità note si sono mobilitate per la famiglia, come Anastacia, Umberto Tozzi, Carmen Consoli e tanti altri.

Il trapianto è stato deciso un mese fa

Fabio Pardini racconta che solo ora ha parlato del trapianto di midollo osseo, sebbene sia stato pianificato da un mese, perché non voleva attirare troppe attenzioni in una fase così delicata.

E' il secondo tentativo: la piccola Elisa già aveva ricevuto un primo trapianto a gennaio del 2018, che purtroppo non ebbe buon esito, probabilmente perché la malattia era molto aggressiva. Per l'attuale intervento sono state utilizzate le stesse cellule della donatrice di prima, compatibili tra l'85% e il 90%. Non è stato necessario ricontattarla perché ce n'erano moltissime già congelate e con un'ottima vitalità.

Prima di ricevere le cellule staminali, la bimba ha dovuto affrontare una pesante chemioterapia preparatoria.

Il papà della piccola afferma che la situazione è davvero difficile ma questo trapianto le consente di avere qualche chance. Adesso Elisa si trova in una camera sterile e i primi 100 giorni saranno decisivi per capire se l'operazione abbia avuto buon esito.

Dopo il primo trapianto, le cellule cattive si sono ripresentate a sei mesi di distanza e c'è voluto almeno un anno e mezzo per preparare la bimba a un nuovo intervento. Alla fine del suo lungo post, Fabio invita chi legge a pregare per la sua bambina e ad avere pensieri positivi.