Un'operazione da manuale quella eseguita dalla Guardia di Finanza a Lecce nella giornata di ieri. Dopo un anno di continui monitoraggi tra il Mar Egeo e il Mar Adriatico, sono scattati gli arresti: 13 gli inquisiti per tratta di esseri umani, sette italiani e sei greci.
La GdF leccese ha collaborato strettamente con gli uomini del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma e con la Polizia e la Guardia Costiera greca, seguendo il protocollo di Eurojust, l'agenzia dell'Unione Europea di nuova creazione che facilita il coordinamento tra le autorità giudiziarie per la cooperazione rafforzata.
Immigrati abbandonati in mare aperto
Dalle indagini è emerso che ogni immigrato era tenuto a versare una quota pari ad seimila euro prima di essere imbarcato.
Sono almeno sette gli episodi dei cosiddetti “sbarchi fantasma” di immigrati d'origine siriana, iraniana e pachistana.
In un'occasione, la Guardia di Finanza ha dovuto intervenire per soccorre un mezzo navale in avaria, riscontrando la presenza di soli immigrati. Era, infatti, abitudine dei trafficanti abbandonare il timone e lasciare alla guida gli immigrati per evitare il rischio di un'eventuale cattura. Per questa ragione, l'operazione ha preso il nome di 'Sestante', uno strumento utilizzato dagli antichi per navigare in mare aperto.
I responsabili e le loro mansioni
Le forze dell'ordine hanno smascherato il sodalizio criminale internazionale, così articolato: una diramazione italiana, con sede nel brindisino, ed una greca orchestrata da uomini siriani.
Oltre cento militari hanno arrestato i 13 responsabili degli atti criminali: Tommaso Ferrero, 27enne; Davide Lacalaprice, 30enne; Natale Morleo, 32enne; Maria Sara Zecca, 25enne, tutti di Brindisi.
Giuseppe Alessio Mignarri, 30enne di Ostuni; Anas Mohammad, 26enne palestinese; Dalil Mohamood, 35enne siriano. È invece indagato in stato di libertà Giuseppe Ferrero, 39enne brindisino.
I percorsi utilizzati e le responsabilità di ciascuno sono emerse nel tempo grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali. Si è accertato, così, che gli italiani avevano l'incarico di individuare i mezzi navali atti al trasporto, mentre i basisti in Grecia organizzavano nel dettaglio il soggiorno precedente alla partenza, accompagnando i migranti al confine greco-turco e da lì li facevano salpare verso il Canale d'Otranto.
Le diverse fasi dell'Operazione Sestante hanno goduto del sostegno degli esperti di Europol, l'agenzia UE che supporta i Paesi membri nella lotta alla criminalità internazionale e al terrorismo.
Ma grandi meriti vanno alle nostre forze dell'ordine, sempre efficienti nel combattere la malavita.