Vittorio Feltri non demorde. L'editorialista del quotidiano Libero attacca i 16enni in blocco. A dispetto dell'appello lanciato ieri da Giulia Bongiorno, senatrice e legale della famiglia di Gaia Von Freymann, una delle due 16enni investite e uccise lo scorso 21 dicembre in corso Francia, nella capitale, Feltri non rinuncia ad esprimere il suo punto di vista. Se possibile, ribadendolo e amplificandolo. Bongiorno chiedeva più rispetto per le ragazze decedute. Feltri, dopo aver definito le vittime responsabili a metà della tragedia al pari dell'investitore, il 20enne Pietro Genovese, si scaglia contro gli adolescenti in genere, perché sarebbero in blocco 'incapaci di provvedere a se stessi'.

E se la prende anche con chi aveva proposto di concedere loro il diritto di voto.

Feltri attacca i 16enni: 'Incapaci di provvedere a se stessi'

L'editorialista e già direttore di Libero, Vittorio Feltri, dopo aver dedicato all'incidente costato la vita a due adolescenti un tweet polemico e accusatorio, a cui sono seguiti un editoriale e un intervento altrettanto provocatorio al Tg4, dedica un nuovo articolo per attaccare in massa i 16enni. E lo fa, ancora una volta, partendo dal tragico incidente di Ponte Milvio a Roma che dimostrerebbe che gli adolescenti siano incapaci di far qualsivoglia cosa, a cominciare dall'attraversare una strada. Per poi collegare la luttuosa vicenda alla proposta di estendere il voto ai 16enni.

Un'iniziativa che era partita lo scorso autunno dall'ex Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ed era stata accolta con favore da quasi tutti i partiti e leader politici. Feltri ne ha fatto motivo di una sorta di guerra generazionale tra i 'vecchi' e i giovani.

L'avvocato Bongiorno, dalle pagine del Corriere della Sera, ha invitato i giornalisti a resistere "alla tentazione di trattare queste ragazze come i personaggi di una fiction", chiedendo di avere rispetto per la memoria delle vittime e per le famiglie, soprattutto tenendo conto del fatto che le indagini sono appena all'inizio e che la dinamica esatta dell'incidente sia ancora tutta da ricostruire.

Le ipotesi investigative, ha detto Bongiorno, non sono certezze. Ma per Feltri le ragazze avrebbero "attraversato di notte la carreggiata, dopo aver scavalcato follemente le protezioni metalliche e, come se non bastasse, col semaforo rosso". Da qui le conclusioni del giornalista: "Vi sembra che agendo così le fanciulle abbiano superato brillantemente l'esame di idoneità ad esprimere il loro suffragio?"

L'opinionista bergamasco considera questa tragedia la dimostrazione del fatto che i sedicenni non siano capaci "di provvedere a se stessi e di tutelarsi.

Pertanto gli adolescenti non sono all'altezza, a maggior ragione, di scegliere questo o quel partito". Infine, il direttore se la prende anche con l'omelia di don Gianni Matteo Botto. Il parroco della chiesa alla collina Fleming del Preziosissimo Sangue, in cui si sono svolti i funerali delle ragazze, aveva lanciato accuse a chi guida in stato alterato domandando, tra l'altro, "se il senso dell'esistenza sia guidare sbronzi". "No, di certo" risponde Feltri nel suo editoriale per poi aggiungere: "Ma non lo è nemmeno passeggiare oltre la mezzanotte lungo una importante arteria della capitale e passare da un marciapiedi all'altro col semaforo rosso".

Il padre dell'investitore scrive alle famiglie di Gaia e Camilla

Fino a dieci giorni fa, Paolo Genovese era conosciuto dal pubblico cinematografico per essere un brillante regista di pellicole quali Perfetti sconosciuti, Tutta colpa di Freud, The Place, vincitore di due David di Donatello. Dalla sera del tragico incidente di Corso Francia, invece, è diventato noto in tutta Italia per essere il padre di Pietro, il ragazzo 20enne che ha investito e ucciso le due coetanee, poi risultato positivo ai test alcolemici e tossicologici e, per questo, sottoposto agli arresti domiciliari.

Genovese padre aveva da subito cercato un contatto con i genitori di Gaia e Camilla, nell'urgenza di comunicare che il loro dolore riguarda anche lui.

Nel crudele passaggio d'anno, Genovese padre si sente accomunato dallo stesso strazio. Non potendo incontrare le famiglie Romagnoli e Von Freymann perché la sua richiesta è giunta troppo presto, ha scritto loro una lunga lettera che è stata recapitata. La missiva, di una pagina e mezzo, è stata affidata ai legali delle famiglie delle giovanissime vittime. Ad unanimità si è deciso di tenere riservato il contenuto della lettera. Dal gesto si evince che una stessa indicibile afflizione accomuna tre famiglie, i cui destini si sono incrociati alla vigilia di un Natale in una manciata di secondi che ha cambiato prer sempre le loro vite. Una vicenda oltre che dolorosa, difficile: l'iter giudiziario è solo all'inizio e si annuncia una guerra a colpi di perizie.