In un sacco a pelo, avvolto in una coperta, era stato scoperto per caso in un fosso lungo la Vecchia Aurelia nella zona di Riotorto, tra Venturina e Piombino, in provincia di Livorno. Cinque mesi fa, il corpo di Simonetta Gaggioli, 76 anni, ex funzionaria della Regione Toscana, era stato trovato in avanzato stato di decomposizione.

Dalla macabra scoperta, c'è stata una svolta nelle indagini: è finita in carcere la nuora brasiliana, Adriana Pereira Gomes, 32 anni. La donna, compagna del figlio Filippo Andreani, 47 anni, era già indagata per omicidio volontario e occultamento di cadavere.

La prova del sacco a pelo inchioderebbe la nuora

La svolta nel caso è arrivata dopo un esperimento giudiziale in incidente probatorio, come si chiama tecnicamente, fatto con un sacco a pelo lo scorso 3 gennaio. La nuora della vittima Adriana Pereira Gomes, interrogata dagli inquirenti, aveva raccontato una storia assurda. Sosteneva che una sera mentre prendeva il caffè con la suocera, l'anziana si era sentita male. In quel frangente, le avrebbe confidato le ultime volontà: voler essere sepolta accanto al marito, deceduto sette anni prima, nel cimitero di Follonica, paese dove aveva abitato. Le avrebbe detto di non volere nessun rito funebre e di non dire a nessuno della sua scomparsa. Quella notte stessa sarebbe morta.

La nuora spaventata, avrebbe nascosto per due giorni il corpo della suocera sotto i letti dei suoi tre figli piccoli con età dai quattro ai nove anni. A seguire, in esecuzione delle 'volontà' della donna, da sola avrebbe messo il corpo in un sacco a pelo, per poi caricarlo nel baule dell'auto con l'intento di portarlo al cimitero di Follonica e lasciarlo accanto alla tomba del marito.

Ma un guasto all'auto, l'avrebbe costretta a desistere, fino poi a gettare il sacco a pelo contenente il corpo dell'anziana morta ai bordi della vecchia Aurelia, in un fosso a Riotorto, paese nei dintorni di Piombino dove la famiglia abita.

Di plausibile per gli inquirenti, c'è solo la possibilità che la brasiliana abbia fatto tutto da sola, un'ipotesi che scagionerebbe il figlio della donna.

Nell'esperimento giudiziale, Gomes infatti è riuscita a trascinare da sola in auto un sacco a pelo contenente un manichino dello stesso peso della vittima, circa 60 chili. Per il resto, la storia nella ricostruzione fatta da carabinieri e Procura di Livorno, cambia totalmente: la sera del 26 luglio, effettivamente Simonetta Gaggioli ha preso un caffè con Adriana Gomes. Ma la nuora avrebbe messo nella bevanda una dose di un farmaco dieci volte superiore a quella che abitualmente prendeva. Si tratta del Duotens, medicinale incolore e insapore che cura l'ipertensione. Poi, lasciato il corpo sull’Aurelia, ha accreditato la pensione della vittima sul suo conto corrente. Sabato scorso la donna è stata arrestata.

Resta indagato il compagno per concorso in omicidio.

Nel sacco a pelo la verità, uccisa per l'eredità

Per la procura di Livorno, le prove contro la donna che si è sempre proclamata innocente sarebbero schiaccianti e sarebbe chiaro il movente dell'omicidio. Gomes avrebbe ottenuto una parte dell'eredità spettante al suo compagno e figlio della donna, Filippo Andreani. Inoltre c'era una conflittualità accesa tra la vittima e la nuora. Lei e il compagno disoccupato, avrebbero condotto una vita sregolata in una situazione compromessa anche economicamente. Alla pensionata, il figlio e la nuora avrebbero chiesto di frequente soldi per soddisfare la dipendenze da alcol e sostanze stupefacenti. La vittima aveva lasciato la sua casa a Follonica per vivere tutti insieme in un appartamento di 60 metri quadrati a Riotorto.

Una scelta che però avrebbe intensificato le liti.

A peggiorare le cose, poi, l'idea di Gomes di tornare in Brasile. Una soluzione a cui la suocera si opponeva, preoccupata soprattutto per i bambini. In questo clima alterato, sarebbe maturato il delitto. Era stato il figlio a denunciare la scomparsa della mamma , ma senza mostrarsi preoccupato: aveva dichiarato che la donna spesso stava via per qualche giorno per far visita ad amici e parenti. Poi lo scorso tre agosto, il ritrovamento causale del sacco, la scoperta del corpo in avanzato stato di decomposizione. I parenti avevano identificato la donna da alcuni oggetti che portava sempre con sé, tra cui un orologio bianco con un quadrante verde e il cellulare.

A seguire, l'autopsia aveva evidenziato una morte per avvelenamento da sostanze tossiche, ed escluso violenze fisiche. Via via le indagini hanno fatto il loro corso fino all'arresto della brasiliana. L'inchiesta che potrebbe riservare altri colpi di scena, mira ad accertare il ruolo effettivo di Andreani. L'uomo, dopo aver gestito una birreria a Follonica, anni fa si era trasferito in Brasile dove aveva conosciuto Adriana e avuto con lei tre figli. Poi il ritorno in Italia quattro anni fa tra criticità crescenti. La madre aveva cercato di aiutarlo ospitandoli nella sua casa in affitto a Riotorto.