Ci sono importanti novità giudiziarie riguardo al delicato caso del pensionato di 66 anni, Antonio Cosimo Stano, deceduto il 23 aprile 2019 nel nosocomio di Manduria, in provincia di Taranto. L'uomo, almeno stando a quanto riferito dall'autorità giudiziaria, avrebbe subito violente percosse da parte di un gruppo di ragazzini del posto per diversi anni. La vittima veniva vessata quasi quotidianamente: diverse volte il gruppo si sarebbe introdotto addirittura a casa dell'anziano. I video delle torture inflitte al poveretto venivano fatte girare su apposite chat Whatsapp.

Fu la Polizia di Stato del locale commissariato a trovare Stano in casa sua legato ad una sedia, dopo che alcuni vicini segnalarono che da giorni l'uomo non usciva da casa. Il 66enne viveva infatti barricato in casa e prima del dramma usciva di rado anche per andare a comprare i beni di prima necessità. Adesso il Tribunale per i Minori di Taranto, nella persona del suo presidente, Bina Santella, ha deciso che per tutti gli imputati non ci sarà lo sconto di pena in carcere ma bensì un periodo di messa alla prova che va dai due ai tre anni. Se in tale periodo di tempo gli indagati avranno una buona condotta il reato potrà considerarsi estinto.

Il provvedimento

La misura riguarda anche un 17enne che faceva parte della comitiva di 11 ragazzi finiti al centro dell'inchiesta: quest'ultimo era considerato quello che possedeva l'indole più violenta.

I giovani adesso dovranno effettuare servizi di utilità sociale e non subiranno nessun processo giudiziario. Anche il pm della Procura della Repubblica ionica, Pina Montanaro, diverso tempo addietro aveva richiesto al Tribunale minorile di attuare proprio questa misura per i giovani in questione. Se nel periodo di messa alla prova i ragazzi non dovessero rispettare le misure imposte dall'autorità giudiziaria il processo penale si riaprirà, con tutte le conseguenze che questo potrebbe comportare.

Prima udienza a maggio

Una prima udienza di verifica su questo procedimento si terrà già il prossimo 5 maggio. Dobbiamo precisare, questo per dovere di cronaca, che negli scorsi mesi la stessa misura della messa alla prova era stata già concessa ad altri due minori processati con rito abbreviato, insieme ad altri tre soggetti maggiorenni.

Il gup Vilma Grilli ha intanto affidato una perizia che dovrà stabilire se Antonio Cosimo Stano sia deceduto per le percosse subite oppure se la sua morte sia sopraggiunta per cause diverse, non imputabili quindi ai colpi inferti da alcuni componenti della baby gang. Sicuramente nelle prossime settimane ci saranno ulteriori chiarimenti su questa vicenda, che comunque è ancora ben lungi dall'essere chiusa definitivamente. La Procura, infine, ad alcuni dei ragazzi coinvolti nell'inchiesta in questione ha contestato anche altre aggressioni ad un'altra persona del posto affetta da problemi psichici, così come era Antonio Stano.