Ancora un incidente mortale sulle strade italiane, ancora una terribile pagine di Cronaca Nera. All'alba di ieri mattina, domenica 9 febbraio, Matteo Simonetti, 27enne originario della Valle Camonica (Brescia) si è schiantato contro un palo della luce a Rogno (Bergamo). Secondo quanto ricostruito, il giovane, alla vista di un posto di blocco, anziché fermarsi avrebbe fatto inversione. Feriti i tre amici che erano con lui.

L'incidente per evitare il posto di blocco

Intorno alle 5 di ieri mattina, Matteo, alla guida della sua Alfa Romeo Mito stava rientrando a casa, a Capo di Ponte (piccolo comune ad una settantina di km da Brescia).

Con lui, c'erano tre giovani amici, tutti originari della vicina Sellero e tutti con un'età compresa tra i 18 ed i 21 anni.

Ad un certo punto, mentre percorreva Via Nazionale a Rogno (sempre in Valle Camonica, ma in provincia di Bergamo) e stava imboccando la Strada statale 42 ha visto una pattuglia di carabinieri impegnata in un posto di controllo e di blocco. Matteo, però, anziché avvicinarsi, rallentare ed accostare ha deciso di cambiare direzione e, per questo, ha fatto un inversione ad "U" e si è allontanato a tutta velocità.

L'incidente mortale

La dinamica dell'incidente è ancora al vaglio degli inquirenti. Secondo quanto ricostruito finora, la manovra repentina ed azzardata di Matteo ha ovviamente insospettito i carabinieri di Breno.

Gli uomini dell'Arma, infatti, sono subito montati sulla "gazzella" ed hanno inseguito l'Alfa Mito.

L'auto di Simonetti, però, dopo circa un km ed un paio di sorpassi azzardati ha perso aderenza e controllo finendo per schiantarsi contro un palo da luce (addirittura sradicato da terra) e si è ribaltata. Subito, i militari, hanno chiamato i soccorsi e sul luogo dell'incidente sono giunti i vigili del fuoco e la polizia stradale di Bergamo.

In considerazione della gravità dell'incidente, oltre all'automedica e alle ambulanze di Camunia Soccorso di Darfo e della Croce Blu di Lovere, da Brescia è decollato un elicottero.

Il bilancio drammatico dell'incidente

Quando i vigili del fuoco hanno estratto gli occupanti dell'Alfa Mito, Matteo era già morto. I suoi amici, invece, dopo essere stati stabilizzati sono stati accompagnati in ospedale.

Il più grave di loro è il 18enne che per un serio trauma cranico è stato portato in elicottero, in codice rosso, agli Spedali Civili di Brescia. La sua prognosi, per il momento, è ancora riservata. Gli altri due ragazzi, invece, hanno riportato solo ferite lievi e sono stati trasportati in codice verde al vicino ospedale di Esine.

La salma di Matteo Simonetti è stata ricomposta all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e ora si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria; nelle scorse ore, sono già stati effettuati i primi accertamenti ed alcuni prelievi di campioni biologici per verificare le sue condizioni psicofisiche. Nei prossimi giorni, il medico legale, provvederà all'autopsia.

I risultati degli esami potrebbero aiutare gli inquirenti a rispondere alla domanda più importante: "Perché Matteo ha voluto evitare i controlli dei carabinieri?".

La famiglia del 27enne è molto conosciuta a Capo di Ponte. Papà Giuseppe, ex bancario è nipote del "vecchio" parroco, mentre mamma Chiara aveva lavorato all'Asl di Breno (ora Ats). La sorella Silvia, invece, è iscritta a Medicina. Matteo, a detta di tutti, era un bravo ragazzo, sportivo e pieno di interessi. Lavorava a Brescia, come preparatore atletico e frequentava Scienze Motorie. Tuttavia, nella sua breve vita, aveva commesso degli sbagli: per due volte gli era stata ritirata la patente. Forse, ieri mattina, aveva paura di finire ancora nei guai e ha preferito scappare.