Come veri e propri latitanti, sono ricercati e rischiano fino a sei mesi di carcere. L'emergenza sanitaria causata dall'epidemia sta mettendo in ginocchio l'economia e la società cinese, ma il coronavirus porta con sé reazioni imprevedibili ed estreme. Due individui, ad Hong Kong, sono in fuga dalla quarantena imposta nell'ex colonia britannica dallo scorso 8 febbraio dopo la morte di un cittadino: si tratta di una delle due vittime finora registrate fuori dalla Cina, l'altra è nelle Filippine.A darne notizia, è stato il South China Morning Post.
E così, mentre i morti complessivi, in prevalenza cinesi, sono saliti a 910 e risultano infettate oltre 40mila persone, la gran parte sempre nella regione dell'Hubei, la pandemia si complica. Tra gli effetti collaterali finora mai accaduti, c'è anche la fuga di persone dagli 'arresti' domiciliari imposti dalle regole della quarantena.
Coronavirus, fuga dalla quarantena
La polizia di Hong Kong sta cercando due persone fuggite di casa: avevano l'obbligo di stare in quarantena per 14 giorni, dopo che il governo di Hong Kong ha imposto la misura restrittiva per contenere il contagio. Dallo scorso sabato, infatti, vige l'obbligo di quarantena per tutti coloro che siano stati in territorio cinese negli ultimi 14 giorni: si tratta di 1138 persone.
Lo stato di allerta era stato annunciato il 4 febbraio dopo che un cittadino di 39 anni è deceduto. Era stato a Wuhan a fine gennaio, ed era tornato con sintomi simili a quelli di una polmonite, ma in realtà era stato contagiato dal coronavirus.
Nel corso di una conferenza stampa, il ministro della Salute, Sophia Chan Siu-chee ha reso noto che le persone che hanno abbandonato la propria abitazione dall'inizio della quarantena sono in tutto nove, ma sette sono già state localizzate.
Le forze dell'ordine hanno diramato l'ordine d'arresto dei due 'evasi'. "Violare l’ordine di quarantena è considerato un reato punibile secondo la legge”, ha dichiarato il ministro a scanso d'equivoci.
Coronavirus, il governo 'Grande Fratello sanitario'
Delle 1138 persone raggiunte dall'ordine di quarantena, la maggior parte ha l'obbligo di stare in casa.
Solo 35, sono alloggiate in stanze d'albergo, altre 20 in strutture governative. Per evitare fughe, il governo come un 'Grande Fratello' in versione sanitaria, ha previsto misure serrate: non solo controlli casuali nelle abitazioni, ma anche chiamate, videochiamate, localizzazione tramite Gps. Difficile pensare che i fuggitivi possano andare lontano.
L'ex protettorato britannico, ha previsto varie sanzioni nei confronti dei trasgressori. A un primo rimprovero verbale, potrà seguire in caso di reiterate violazioni della quarantena, il rafforzamento delle misure di controllo, compreso l'utilizzo del braccialetto elettronico. Se ci dovesse essere un'ulteriore violazione, i sospetti contagiati potranno essere rinchiusi in strutture governative e, scaduto il termine della quarantena, essere incriminate rischiando fino a sei mesi di carcere e una multa di 3200 dollari.
Tutto questo mentre nei giorni scorsi dalla Cina sono arrivate immagini molto violente: in un video, si vedono tre persone sospettate di avere il coronavirus portate via da agenti in tuta antisettica e caricate in ambulanza per essere portate nei cosiddetti campi di quarantena: centri congressi e palazzetti dello sport diventati sanatori. Invece, le 3600 persone che erano ferme nel porto di Hong Kong a bordo della nave da crociera World Dream sono state fatte sbarcare dopo essere risultate negative ai test sul coronavirus. L'altra nave da crociera, la Diamond Princess, con a bordo 3700 persone tra cui 35 italiani, è tuttora in quarantena vicino a Yokohama, in Giappone.
Coronavirus, la Cina combatte il 'demone'
Il presidente della Cina, Xi Jinping è ricomparso in pubblico.
Le immagini della propaganda lo hanno ripreso durante un'ispezione presso il nuovo centro di prevenzione del coronavirus a Pechino, e mentre si sottopone a un controllo della temperatura. Poi, in strada mentre parla con la gente: tutti indossano mascherine. Il governo cinese sta cercando di affrontare e sconfiggere il 'demone' attraverso i Big Data, strumento tecnologicamente avanzato.
Nella metropolitana di Xian, le autorità locali monitorano in tempo reale potenziali contagiati: gli viene chiesto di esibire al passaggio la carta d'identità e sono sottoposti al controllo della temperatura così da essere subito fermati o seguiti elettronicamente attraverso software. Grazie alla collaborazione di compagnie telefoniche ed informatiche, le autorità possono sapere spostamenti e abitudini di possibili portatori del virus.
E' ciò che sta accadendo nella metropolitana di Pechino, grazie a programmi di intelligenza artificiale sviluppati in tempo record. Si tratta della prima campagna cyber-sanitaria della storia.
Terminato il Capodanno lunare, prorogato per esigenze di sicurezza sanitaria, la Cina è pronta a riaprire fabbriche e uffici, ma le città restano ancora deserte. E ora anche l'Oms non è troppo ottimista: secondo il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, la trasmissione della polmonite virale fuori della Cina finora è stata lenta, ma potrebbe accelerare. I contagi fuori dalla Cina registrati fino ad oggi, potrebbero essere solo la punta dell'iceberg.