Dodici le misure cautelari richieste dal Gip di Firenze e su richiesta della DDA di Firenze. L'operazione di stamani ha coinvolto oltre 300 militari delle Fiamme Gialle che hanno arrestato dodici persone, sequestrato quindici aziende, proceduto al congelamento di diversi conti correnti e perquisito diverse abitazioni e locali. All'operazione denominata Golden Wood hanno partecipato oltre ai Finanziari di Prato diversi reparti di altre città e coordinata dalla DDA del capoluogo toscano.
In sessanta sospettati di avere appoggiato la cosca del mandamento 'corso dei Mille' di Palermo
Contestata l’associazione a delinquere finalizzata per reati di riciclaggio, emissione di fatture false, intestazioni fittizie, falsificazione di documenti e sostituzione di persona. Gli arresti hanno tratto origine dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Prato, che avevano rilevato movimenti di importanti somme di denaro di provenienza incerta. L’attività investigativa è proseguita dal 2017 con la guida della dell'Antimafia di Firenze, essendo emersi preoccupanti collegamenti con "cosa nostra".Le indagini hanno messo in luce una struttura ben organizzata. Imprese sparse in tutto il territorio nazionale ma in particolare Sicilia Lazio e Toscana.
Ditte perlopiù fittizie e solo alcune realmente operanti, tutte apparentemente dedicate al commercio di pallets.
Tutti a disposizione del boss
L'obiettivo della banda era ostacolare la tracciabilità del denaro del boss palermitano di 'Corso dei Mille'. La cosca risulterebbe retta da Tagliavia Pietro, pregiudicato per il 416 bis del codice penale: associazione mafiosa.
Il Pietro parrebbe appartenere ad una famiglia di lunga tradizione mafiosa in quanto figlio di Tagliavia Francesco, del mandamento di Brancaccio, condannato per la stagione stragista di cosa nostra, in particolare a lui vennero addebitate responsabilità per la strage di via d’Amelio e per la strage dei Georgofili a Firenze.
Le persone oggi indagate si sarebbero messi a disposizione del boss, procurandogli anche una casa a Campi Bisenzio utilizzata dal boss per i domiciliari.Nel corso delle indagini sono stati riscontrati i movimenti di denaro da nord a sud, ovvero verso il boss palermitano. Alla base delle indagini anche le segnalazioni di operazioni sospette, denunciate da diversi operatori finanziari e poi riscontrate dalle Fiamme Gialle.
A coordinare le operazioni di riciclaggio diverse persone di origine siciliana
Un uomo in particolare avrebbe avuto un ruolo decisivo nel gruppo, essendo incaricato della gestione finanziaria di diverse imprese e la creazione di altre cui avrebbe provveduto utilizzando documenti falsi.L'uomo si presentava come Consulente del Lavoro ma risulterebbe radiato dall'albo da diverso tempo. Dei dodici arrestati ben dieci sono originari di Palermo e provincia, mentre due provengono della Puglia. Sette risiederebbero a Palermo, e quattro in Toscana.