Fin dall’inizio del Novecento si era ipotizzata a Roma la presenza di una tomba riservata a Romolo, gemello di Remo, figlio del dio della guerra Marte e di Rea Silvia, e mitico fondatore della Città Eterna. Proprio ieri, 17 febbraio, un sarcofago di VI sec. a.C. e un altare a esso collegato sono stati rinvenuti nel Foro Romano.

La certezza che il ritrovamento sia collocabile al luogo di sepoltura del re è ovviamente ancora da verificare ma la novità scatena di certo la fantasia delle folle e il giubilo degli archeologi.

Ipotesi nel Novecento e gli scavi di oggi

C’è da dire che già nei primissimi anni del Novecento il celebre archeologo e architetto Giacomo Boni aveva ipotizzato caldamente la presenza nel Foro Romano, non lontano dal Lapis Niger e dal Comizio, di un heroon, una tomba eroica, o un vero e proprio santuario dedicato proprio a quel Romolo, fondatore di Roma e primo dei sette re. Da queste prime basi una campagna è stata iniziata un anno fa e condotta presso la Curia e il Comizio, proprio dove si svolgeva la vita politica dell’antica Roma, e solo ieri è avvenuto il ritrovamento, al di sotto della scalinata di accesso alla Curia, la quale venne realizzata negli anni ’30 del Novecento da Alfonso Bartoli.

Il ritrovamento che fa sognare e il suo futuro

“Roma ci meraviglia con i suoi tesori.” Così la sindaca Virginia Raggi twitta e saluta la nuova scoperta, la quale risulta essere stata importante anche secoli e secoli fa, dato che è stata preservata dalla Curia sovrastante. Il luogo coincide proprio con quello che le fonti indicavano essere il punto della sepoltura di Romolo, dietro ai Rostra repubblicani.

Quello che nel Parco Archeologico del Colosseo si pone davanti agli occhi degli archeologi è un ambiente sotterraneo con al suo interno un sarcofago in tufo, scavato proprio nella pietra del Campidoglio, risalente al VI sec. a.C. e lungo circa 1.40 m, e un elemento circolare a lui collegato, probabilmente un altare. In asse con questo luogo viene a trovarsi il Lapis Niger, ossia la pietra nera che indicava il terribile luogo in cui era morto Romolo.

Non sembrerebbe essere un caso tutto ciò e l’idea che subito è venuta è che possa davvero trattarsi della sepoltura dello stesso Romolo nelle vicinanze del luogo della sua morte e della sua ascensione, come ci narra la leggenda, a seguito delle quali venne deificato. Studi sul ritrovamento sono ovviamente da fare e già si comincia a pensare a come valorizzare al meglio il luogo, puntando sia alla sua conservazione sia alla sua fruizione.

Un altro spicchio della Roma antica viene a testimoniare il grandioso passato della città e fa la storia in quella meravigliosa cornice che è il Parco Archeologico del Colosseo.