Servizio necessario ai tempi del Coronavirus in cui c'è bisogno della collaborazione di tutti, o istigazione a trasformare i cittadini in spie, sceriffi dediti alla caccia all'untore? Sta facendo molto discutere, ma anche arrabbiare, l'iniziativa dell'amministrazione capitolina pentastellata guidata dalla Sindaca Virginia Raggi. Da oggi, sul Sus, il Sistema unico di segnalazione, servizio già esistente e attivo sul portale istituzionale di Roma Capitale, con un semplice clic i cittadini possono denunciare assembramenti, vietati dai decreti governativi per non favorire il contagio del coronavirus.

Molti cittadini hanno già protestato, chiedendo la disattivazione immediata del servizio.

'Segnala gli assembramenti', come funziona

Nella guerra contro il coronavirus, per far rispettare i divieti di distanziamento sociale, ci sono comuni che cercano di controllare il territorio con i droni, usati per lo più con finalità dissuasive e preventive. Così, ad esempio a Verbania, a Sassari, passando per Genova e Acerra. Altri, come Sannicola, in provincia di Lecce, per evitare il raduno di anziani in piazza, hanno tolto le panchine.

A Roma, oltre ai posti di blocco della polizia locale con controlli auto per auto, l'amministrazione Raggi ha ideato un sistema che appena nato sta scatenando accese polemiche ed ha mandato su tutte le furie alcuni cittadini.

Sul portale istituzionale del Comune di Roma, ora è possibile segnalare assembramenti sospetti di cittadini. Ad annunciarlo, una comunicazione dall'account Twitter ufficiale di Roma Capitale. "Ci sono assembramenti di persone che ritieni in contrasto con le regole dell’emergenza sanitaria? - chiede il breve messaggio - Puoi segnalarli direttamente all’Autorità competente con il Sus, Sistema Unico di Segnalazione, attivo sul portale istituzionale di Roma Capitale.

E’ semplice, segui le istruzioni".

In effetti, bastano pochi passaggi, cinque: collegarsi al portale istituzionale, cliccare sulla voce 'segnala', quindi identificarsi, selezionare poi la voce 'assembramenti' e compilare gli appositi campi, infine inviare la propria segnalazione.

Assembramenti da denunciare, proteste e indignazione dei cittadini

Il Comune in questo modo diventa "peggio della Stasi", ha scritto un utente riferendosi all'apparato spionistico comunista della Germania dell'Est. L'annuncio pubblicato anche sulla pagina Facebook di Roma Capitale ha scatenato proteste indignate da parte di molti cittadini. Tra le reazioni riferibili, c'è chi ha commentato: "Ritirate subito questa cosa.

E' indegna di uno stato di diritto". Qualcuno, scherzandoci sopra, ha scritto: "Sì, ma parliamo di soldi, qual è la taglia?". Un altro utente, ha osservato: "Il precedente di questa bella pensata sono i capi-caseggiato che, in epoca fascista, riferivano all'Ovra dei sospetti sovversivi". Altri commenti indignati hanno sottolineato che l'iniziativa, se assecondata, trasformerebbe i cittadini in sceriffi e li istigherebbe a fare la spia, fomentando la guerra tra la gente. Tutto questo, mentre per anni segnalazioni di buche nelle strade, immondizia non raccolta e assenza di illuminazione sono rimaste lettera morta.

"Prossimo provvedimento? Vigili Urbani in camicia nera, fez e manganello! Dai che ci siamo!

Evviva la delazione!", ha scritto un cittadino. Un romano ironico ha irriso l'iniziativa riferendo di vedere assembramenti di immondizia ovunque. In un coro pressoché unanime di dissenso, c'è chi ha approvato l'idea dell'amministrazione Raggi. Un utente ha scritto: "Tutti a criticare questa scelta 'forte'. È vero eticamente non è bello. Ma è pieno di imbecilli e presuntuosi in giro che si credono al di sopra delle regole. E poiché la loro superiorità mette a repentaglio la mia sicurezza e quella dei miei cari, sì, io li segnalo". E un'altra utente: "Gli assembramenti in quarantena sono vietati. Voi se assistete a un reato non lo segnalate alle forze dell'ordine?".

Dissenso di Carolina Crescentini e delle opposizioni

Tra le voci insorte contro l'iniziative quella dell'attrice Carolina Crescentini. Sul suo account Twitter ha ripreso l'avviso di Roma Capitale, commentandolo con una domanda che parla da sola: "Ma siamo impazziti?". La condanna è stata confermata da alcuni suoi follower. Ma l'iniziativa ha immediatamente scatenato reazioni arrabbiate delle opposizioni.

Il gruppo Pd capitolino ha commentato di aver appreso con sconcerto dal profilo Facebook ufficiale del Comune di Roma che il Campidoglio ha avviato la caccia all'untore, chiedendo ai cittadini di segnalare assembramenti e comportamenti vietati. I dem hanno contestato il pericoloso uso della delazione pubblica, sottolineando che per scovare eventuali assembramenti sul territorio sono già attive le forze di polizia, da giorni al lavoro senza sosta proprio per tutelare la salute dei cittadini.

Hanno chiesto che la campagna sia ritirata e che il servizio scompaia dal sito del comune di Roma.